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Milano - Parigi: andata e ritorno
Erano
gli anni '70, o almeno così mi sembra (ho detto più volte che io non
sono uno "storico" e le date che indico sono a volte un po'
approssimative, ma non per mancanza di rispetto verso che legge qui, ma
perché sono da sempre "allergico" alle date: pero me conta sapere "cosa", "come", "con chi" è avvenuta una certa cosa, ma non chiedetemi il "quando": le date precise poicé non le ricordo...), e tra le altre testate, collaboravo a "Cucciolo" e "Tiramolla" con vari miei personaggi (Gervasio, Cosmo Pym, Teddy
West, i Vagabondi, Gli Animatti, Attaccatutto, Zio Boris e altri).
I due direttori, il signor Martini e la signora Maffi
(mi spiace, ma non ricordo i loro nomi, anche perchè stranamente noi
collaboratori li chiamavamo quasi tutti solo per cognome), erano anche
in un certo qual modo diventati anche i proprietari di queste testate, ma avevano creato anche un'altra Editrice, la "Naka Editrice
", che era formata da questi due più un francese (mi spiace, ma non
ricordo il suo nome e... nemmeno il cognome) molto introdotto nell'ambiente dei fumetti, specialmente quelli francesi.
La "Naka Editrice" creava degli albi a fumetti per l'Italia che poi venivano anche tradotti in francese per la Francia.
Io ero incaricato di realizzare le copertine ed a volte anche
l'impaginazione di quasi tutte queste pubblicazioni. Per la maggior
parte si trattava di fumetti veristici, ma un albo, chiamato "Mini Comics"
(che aveva la caratteristica di avere un formato piccolo e quadrato),
era di genere umoristico. Ecco, in questo periodico praticamente io
facevo un po' di tutto: oltre le copertine, curavo la grafica
e facevo anche molte pagine di fumetti e di giochi. Quello strano albo
durò un certo periodo, ma poi (evidentemente perchè quel piccolo
formato
spariva nelle edicole di fronte ad altri albi più grandi, ad un certo
punto chiuse. Dato che quell'albo usciva anche in Francia (ovviamente
tradotto in francese), lì invece piaceva di più e continuò per diverso
altro tempo, così io andai avanti a preparare quei disegni ma solo per
l'edizione francese.
Un giorno il loro socio francese ci convocò a Parigi per parlarci di
una nuova grande iniziativa: si trattava di realizzare un nuovo
periodico da realizzare in francese ed in italiano ed io avrei dovuto
realizzare tutti i fumetti che erano basati esclusivamente su un nuovo
personaggio che stava per essere lanciato alla grande in Tv. Così noi
tre ci imbarcammo su un aereo al mattino presto, per poi fare ritorno a
Milano in serata.
Quell'appuntamento non mi convinceva: avevo avuto
alcune esperienze non troppo felici con delle editrici francesi e l'idea
di andare a Parigi non mi aveva entusiasmato eccessivamente, ma era
comunque la prima volta che avevo occasione di andarci e magari pensavo
che poteva darsi che l'incontro fosse breve, tanto da poter trovare del
tempo per visitare, almeno un pochino, la città. La stessa cosa l'aveva
pensata anche Martini: neanche lui era mai stato a Parigi ed aveva
accettato di recarsi a quell'incontro soprattutto per avere una scusa
per vedere quella citta'. Quanto alla signora Maffi, non ci disse niente
per tutto il viaggio ed ebbi il sospetto che non solo non fosse mai
stata a Parigi, ma che non fosse nemmeno mai stata su un aereo...
L'appuntamento era stato fissato in uno studio televisivo, nel centro
di Parigi, dove avremmo dovuto visionare le registrazioni di una nuova
trasmissione per ragazzi. In questa trasmissione c'era un personaggio
che conduceva il tutto, si trattava di una specie di canguro. Non mi
ricordo il nome che avevano dato a questo personaggio, ma mi ricordo che
era veramente brutto e poi la trasmissione era semplicemente pietosa.
Loro avevano in mente di preparare questa trasmissione ed anche il
lancio di un nuovo settimanale (chiamato con lo stesso nome della
trasmissione e del personaggio principale). Tutto questo avrebbe dovuto
avvenire contemporaneamente in Francia ed in Italia.
Quando
finì la proiezione della registrazione delle prime trasmissioni,
chiesero il nostro parere e noi tre ci guardammo in faccia e rispondemmo
con un "Ehm... Uhm..." Ma dalle nostre facce quelli capirono che quella trasmissione
non ci era piaciuta per niente. Si meravigliarono molto perchè, secondo
loro, era l'avvenimento del secolo! Il creatore del nuovo personaggio
(un giovane dall'aria di artista e con una parlantina piuttosto
sciolta), poi, tentò (inutilmente) di spiegarci (in francese, ma c'era
un traduttore simultaneo ed inoltre io comprendo abbastanza bene il
francese) le caratteristiche che evidentemente ci erano sfuggite, ma noi
rimanemmo del nostro parere. Così ci congedarono piuttosto freddamente.
Ma ormai si era fatto tardi e dovevamo andare a mangiare e l'invito
a Parigi comprendeva il biglietto dell'aereo per noi tre ed anche il
pranzo, tutto offerto da loro, di conseguenza ci recammo nel ristorante
che ci avevano prenotato.
Ho scoperto così che si trattava di uno dei principali ristoranti di Parigi, nella centrale e famosa "Champs Elisée", dove c'era una scelta notevole per i piatti da scegliere. Il signor Martini e la signora Maffi chiesero al cameriere delle ostriche,
io invece non mi fidai: sapevo che bisogna stare sempre attenti alle
ostriche poiché a volte possono provocare spiacevoli conseguenze. Quindi
ordinai altri piatti, che tra l'altro erano buonissimi.
Terminato il
pranzo (piuttosto lungo perchè era basato su molte portate), ci
accorgemmo che si era fatto tardi, quindi chiamammo un taxi per farci
portare all'Aeroporto. Martini non sapeva nemmeno una parola di francese, ma si mise a parlare in perfetto dialetto milanese e, chissà come mai, il tassista comprese alla perfezione: gli aveva chiesto di fare una bella "corsa"
approfittando di passare vicino alle principali luoghi turistici di
Parigi (visto che era la prima volta che noi tre ci andavamo), per poi
portarci in tempo all'Aeroporto e riuscire a prendere l'aereo all'ora
fissata. Penso sia risaputo che a Parigi la gente guida in maniera
velocissima ed i tassisti parigini, in particolare, amano correre ancora
di più... Quindi ce la mise tutta e riuscimmo a vedere praticamente
quasi tutta Parigi, anche se... con una velocità incredibile.
Alla fine quel tassista ci ringraziò perchè per i tassisti parigini quello è un vero divertimento: "ce ne fosse di gente così!..." Arrivammo all'Aeroporto giusto in tempo e ci presentammo per la partenza per
Milano;
ma proprio in quel momento l'altoparlante comunicò che a causa di un
guasto all'aereo (proprio quello che dovevamo prendere noi), ci sarebbe
stato un ritardo nella partenza, comunque i passeggeri di quel volo
erano invitati presso il ristorante dell'aeroporto per una cena offerta
dalla compagnia aerea. Noi sbuffammo per il contrattempo, ma poi ci
godemmo anche la cena che era particolarmente deliziosa!
Dopo circa
un'ora, finalmente ci invitarono a salire sull'aereo. Sapevo che mia
moglie, come d'accordo, si sarebbe trovata all'ora fissata all'Aeroporto
di Milano ad aspettarmi per portarmi poi a casa in auto: allora a
Milano c'era un solo Aeroporto, il "Forlanini" che si trova un po' più vicino a Milano di quello nuovo costruito alla "Malpensa",
ma comunque era abbastanza difficile riuscire ad arrivare a casa mia
che si trovava dalla parte opposta della città, quindi il passaggio in
auto era utilissimo.
Quindi, salito sulla scaletta dell'eereo, mi
affacciai per un attimo verso la cabina del pilota e, visto che si
partiva con un notevole ritardo, gli chiesi se poteva andare un po' più veloce
perchè a Milano c'era mia moglie ad aspettarmi e non volevo che si
preoccupasse. Il pilota mi rispose gentilissimo che avrebbe fatto di
tutto per cercare di arrivare il più presto possibile. Credo ce oggi non
sarebbe possibile avvicinarsi al pilota dell'aereo come avevo fatto io,
ma quelli erano tempi diversi, molto diversi.
Dato che, come detto, quella era la prima volta che ero andato a
Parigi, mi accorsi che l'aereo, per imboccare la direzione verso Milano,
passava proprio sopra la città e, dato che ormai era quasi notte, si
poteva ammirare un spettacolo notevole di una Parigi di notte tutta
illuminata! In quel momento capii che chi aveva chiamato Parigi la "Ville Lumiére" (la città luminosa - oppure la città della luce) non si era sbagliato.
Mentre eravamo in volo, ad un certo punto si sentì la voce della Hostess che diceva: "Il
comandante comunica a quel signore che gli aveva chiesto di arrivare
prima a Milano, che è riuscito a guadagnare molto tempo ed il ritardo
sarà minore". Ci fu subito un grosso applauso da parte dei passeggeri, solo che nessuno sapeva che "quel signore" ero io...
Concludendo,
devo dire che proprio dopo qualche giorno il mio ritorno a Milano,
mentre pranzavo guardavo distrattamente il telegiornale e parlavano,
guarda caso, delle ostriche e dicevano (appunto come avevo
pensato io) che occorre essere molto previdenti, comunque il locale
migliore al mondo si trovava a Parigi, in Champes Elisée e fecero vedere il ristorante: era proprio quello dove ero stato io! Inutile dire che mi sono dato più volte dello scemo...
Penso
che sia inutile dire che quella trasmissione TV non andò mai in porto e
(per fortuna...) nemmeno quel giornale a fumetti con quel bruttissimo
personaggio...
(52 Segue)
In alcune puntate precedenti di questa "ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA" avevo parlato di Nessim Vaturi, il titolare del negozio di Milano "La Borsa del Fumetto"
e si è scoperto così che, oltre ad essere un grande appassionato di
fumetti, Vaturi è anche un amico di tutti i disegnatori. Praticamente
quasi tutti lo conoscono e spesso molti si rivolgono a lui anche per
chiedergli dei consigli sul lavoro in questo affascinante (ma anche
difficile) settore ed a volte capita che qualcuno dei giovani che non
trovano ancora lavoro presso le grandi Case Editrice, lui li proponga al
pubblico attraverso diverse sue pubblicazione. Una che ha creato tempo
fa ha un titolo insolito: "S.I.D." (Scusate Il Disturbo).
Ma, tra le tante riviste che ha edito, esiste anche una strana sua creatura: "Bathman - l'incredibile uomo bagno" edito dalla "Libreria dell'immagine", autori: "NadaV & Dentiblù" (chi sarà il misterioso "NadaV" che ha scritto i testi?...); le tavole e le copertine sono disegnate e colorate dai Dentiblù, anche se la copertina del Numero zero l'avevo preparata io...
Qualche anno fa io, parlando con Vaturi, gli feci osservare che, dopo la chiusura del Corriere dei Piccoli, mancavano in edicola dei giornali ben fatti dedicati ai più piccoli e Vaturi propose subito di realizzare un giornale con un numero unico, in maniera un po' provocatoria.
Così decidemmo di preparare quel numero speciale e pensammo di chiamarlo "Mini & Mini".
Convocammo
un bel gruppo di disegnatori e giornalisti per preparare quel numero
speciale: ciascuno poteva realizzare a suo piacimento una tavola con un
suo personaggio, ma cercando di preparare il meglio possibile per
dimostrare che un giornale di fumetti per bambini era possibile
realizzarlo anche oggi! Così ne venne fuori una cosa molto curiosa e
tutti i disegnatori interpellati fecero del loro meglio. Ne venne fuori
un numero realizzato bene anche graficamente, con un formato molto
simile al "vecchio" Corriere dei Piccoli, grande formato
(circa il doppio dell'attuale Giornalino) con poche pagine: 4 a colori e
4 in nero (come si usava un tempo). Hanno partecipato alla
realizzazione di questo numero: Antonio Terenghi, Lina Buffolente, Athos, Renata Brunelli, Grazia Nidasio, Cristina Kiss, Nicoletta Cerva, Mariachiara Terenghi, Umberto Manfrin, Angelo Scariolo, Tiberio Colantuoni, Nicola Del Principe, Carma e Stefano Mirone, Carlo Peroni, Giuseppe Festino (che ha realizzato la grande copertina con i famosi personaggi del "vecchio" Corriere dei Piccoli Bibì e Bibò,
però rivisti al giorno d'oggi...) e molti altri amici che ci hanno
aiutato nel riuscire a portare a termine questo strano numero.
Il
risultato fu eccellente: i giornalisti che lo avevano visto lo avevano
giudicato molto bene, i disegnatori pure, così decidemmo di partecipare
alla Fiera Del Libro di Torino dove Vaturi fissò una speciale Conferenza Stampa alla quale avremmo partecipato lui, Ferruccio Alessandri ed io.
Così
al giorno fissato e l'ora prestabilita eravamo a Torino, dentro la
famosa Fiera del Libro; cercammo la sala a noi assegnata, ma non
riuscivamo a trovarla: dove ci avevano indicato in effetti c'era un
palchetto, ma dentro c'era un bar con molta gente ai tavoli.
Comunque
leggemmo un piccolo cartello posto all'ingresso della sala che all'ora
stabilita in effetti c'era la Conferenza Stampa per "Mini & Mini". Quindi decidemmo di entrare, anche se un po' impacciati.
Pensavamo
che venisse qualcuno ad accoglierci, ma non si vide nessuno. Non
sapendo che cosa fare, salimmo sul piccolo palco (dove c'era un tavolo
con delle seggiole) e ci sedemmo. Davanti a noi c'erano molte sedie
completamente vuote e si sentiva il rumore dei bicchieri e tazzine: i
camerieri stavano servendo i numerosi clienti seduti ai tavoli.
Aspettamo
un po' per vedere se arrivava qualcuno e, visto che ormai l'ora fissata
era stata superata e noi avevamo a disposizione solo un'ora, decidemmo
di fare comunque la nostra strana conferenza stampa.
Parlò per primo (ad un ipotetico pubblico) Vaturi
che poi diede la parola ad Alessandri, il quale poi la diede a me;
subito dopo iniziammo un piccolo dibattito fra di noi.
Ma ad un
certo punto guardammo l'orologio e, visto che l'ora stabilita stava per
terminare, decidemmo di terminare anche noi quella strana conferenza
stampa e salutammo il pubblico "inesistente".Stavamo
per alzarci per andarcene, quando sentimmo un forte applauso: la gente
nei tavoli era lì per noi! C'erano anche diversi giornalisti. Erano
stati tutti seduti lì, ai tavoli, proprio per assistere alla conferenza
stampa!
Noi tre rimanemmo a bocca aperta: avevamo pensato di parlare al vuoto, invece quella gente ci era stata a sentire!
Molti poi ci fecero anche delle domande sull'argomento e, a turno, noi rispondevamo. Alla fine abbiamo rigraziato il pubblico (improvvisamente scoperto)
e ci alzammo per uscire. Ma fummo avvicinati da diversi giornalisti per
delle interviste e da fotografi per dei servizi fotografici, poi alcuni
curiosi vennero a farci delle domande di persona, altri ci chiesero
degli autografi. Insomma, quello che ormai avevamo ritenuto un fiasco,
si era rivelato un successo.
Così, qualche tempo, dopo Vaturi pensò di preparare un secondo numero di "Mini & Mini" e mi telefonò per chiedere il mio parere. Io gli dissi che forse non aveva molto senso fare un secondo numero "simile" al primo, quindi occorreva trovare un'idea... Parlammo per un po' e decidemmo che stavolta "Mini & Mini" sarebbe
stato un numero del tutto particolare: ogni disegnatore avrebbe dovuto
realizzare una tavola con il suo personaggio, ma immaginando com'era da piccolo...
Il risultato fu veramente curioso: c'era "Martin Mistero" (Martin Mistère da piccolo) di Alfredo Castelli, il piccolo Tiramolla di Umberto Manfrin, Abelardina di Nicola Del Principe, Pedritino el Dritino di Antonio Terenghi, Le Cocchine Belle di Elettra, Kino (Diabolik da piccolo) di Zaniboni, Slurpino di Carlo Peroni, SprayBimba (da Sprayliz) di Luca Enoc e la grande copertina, realizzata da Giuseppe Festino, con molti altri personaggi, ovviamente tutti da piccoli... Anche a questo secondo numero di "Mini & Mini" hanno collaborato molti amici Autori e giornalisti.
Beh,
è inutile dire che anche questo numero fece molto scalpore ed in molti
cominciarono a chiedersi se non sarebbe stato il caso che ritornasse il Corriere dei Piccoli... Così Luigi F. Bona (di lui ne ho parlato in altre puntate del PeroBlog) ebbe l'idea di preparare una mostra itinerante con i disegni originali del glorioso settimanale. La prima mostra ci fu a Muggiò (nei pressi di Monza, in provincia di Milano) con la presenza di molti autori che avevano lavorato al Corriere dei Piccoli ai "tempi d'oro".
Ma Bona non si fermò lì: organizzò anche delle tavole rotonde alla
presenza di giornalisti e soprattutto di noti Autori per esaminare se al
giorno d'oggi sarebbe stato ancora possibile ritirare fuori il Corriere dei Piccoli... Il risultato fu che in moltissimi sarebbero già pronti a lavorare per un ipotetico "nuovo" Corriere dei Piccoli,
anche se le difficoltà sono notevoli. Ma non disperiamo: gli Editori ci
sono, gli Autori pure ed i lettori esistono numerosi poichè in pratica
oggi in edicola non esiste un settimanale sul tipo del Corriere dei
Piccoli (a parte il Giornalino che però ultimamente sembra aver intrapreso un'altra strada: è diretto molto di più verso le bambine ed il "target"
(cioè l'età media dei lettori) è piuttsoto basso: manca solo un po' di
coraggio e molta buona volontà. Sono in moltissimi che si augurano che
la cosa possa andare in porto, vedremo che cosa succederà... Ma di
questo ne parleremo più a lungo e dettagliatamente in una apposita
puntata tutta dedicata al Corriere dei Piccoli che è in preparazione, ma occorre un po' di tempo in più per riuscire a rintracciare la documentazione necessaria. Quindi i "nostalgici" di quel settimanale attendano con calma...
Occorre sapere che per un certo periodo (erano gli anni '70) io sostituii Sergio Tofano - in arte "STO" - (con la sua approvazione) per realizzare sul "Corriere dei Piccoli" il suo "Signor Bonaventura".
Tofano
era ormai vecchio e non ce la faceva a realizzare quelle tavole. Io
cercai di imitare il più possibile quello strano (ed antico...) stile,
ma i lettori non se ne accorsero: pensavano che anche quelle tavole
fossero disegnate da Sergio Tofano. Qui accanto si può vedere la copertina di un numero del Corriere dei Piccoli - 1972 - con una tavola del Signor Bonaventura che mi ha gentilmente inviato l'amico Giovanni
(in attesa che io abbia un po' di tempo per riuscire a ritrovare i
disegni originali delle tavole del Signor Bonaventura realizzati da me).
Da notare però uno strano... particolare: contrariamente al suo solito,
qui c'è un fumetto, cosa mai vista prima sulle tavole di questo
personaggio. Ma devo spiegare che la "colpa" non era mia: il Direttore
del Corriere dei Piccoli aveva deciso all'ultimo momento di
mettere quella tavola in copertina, mentre io l'avevo preparata per una
pagina interna. Cosa c'è di strano? Beh, nelle pagine interne queste
tavole erano di 4 strisce mentre sulla copertina ne occorrevano 3 per
motivi di spazio (che era occupato dalla testata e tutto il resto...).
Quindi mi chiese di "adattare", con urgenza, quella tavola. Questo però voleva dire "sacrificare" diverse vignette, ma lui mi disse che era un sacrificio che andava fatto perchè il Signor Bonaventura avrebbe attirato molto i lettori: quelli piccoli e quelli grandi.
Così dovetti "tagliare"
le vignette e rimontarle, ovviamente togliendone alcune. Ma... a quei
tempi non c'era ancora il computer e nemmeno le focopiatrici, di
conseguenza il "taglia" e "incolla" era avvenuto proprio in maniera effettiva (chi usa il computer penso capisca bene che cosa intendo: con il computer si può "tagliare" una immagine o un testo, per poi "incollare"
in un altro spazio; ma tutto questo è "virtuale"). Io ci stavo male, ma
non avevo scelta. Inoltre a quei tempi le colorazioni delle tavole si
facevano sul retro delle tavole, così, una volta ritagliate ed
incollate, dovetti ricolorare le vignette (sempre sul retro, con una
difficoltà enorme poiché dovendo colorare con il tavolo luminoso, con
quelle vignette incollate era difficilissimo riuscire a vedere bene il
disegno). Ma non basta: quei tagli mi avevano costretto a modificare il
testo e così la prima vignetta che conteneva la classica frasetta "Qui comincia l'avventura del Signor Bonaventura"
mancava e non sapevo proprio dove metterla. Io ne parlai con il
direttore che mi disse di fare la prima vignetta con un pezzo del
disegno che avevo fatto per la prima versione della tavola
e lasciare uno spazio vuoto in alto che ci poi avrebbe pensato lui
con i grafici. Io non ero d'accordo su quella soluzione, ma si sa, i
direttori dei giornali hanno sempre l'ultima parola... Così, quando vidi
il risultato era ormai troppo tardi... lo vidi con le copie ormai
stampate: i grafici, pensando di far bene, nello spazio in alto ci
scrissero (in stampatello) la frase "RICOMINCIA - L'AVVENTURA - DEL SIGNOR - BONAVENTURA...",
ma ci aggiunsero una "linguetta" diretta proprio verso il Signor
Bonaventura, classico modo che si usa nei fumetti. Io ebbi una
discussione con il direttore, ma questi era soddisfatto: il risultato -
secondo lui - era ottimo. No comment.
Il giorno della morte si Sergio Tofano vennero nella redazione del Corriere dei Piccoli
dei giornalisti della RAI, con telecamera, ad intervistarmi. Dovevo
rispondere ad alcune domande mentre disegnavo su un grande foglio di
cartoncino un gigantesco Signor Bonaventura, ma pensai di
disegnarlo allegro: pensai che Tofano lo avrebbe voluto così anche in
quel momento. Io, durante l'intervista, fui un po' commosso perchè in
effetti Sergio Tofano mi aveva accompagnato con il suo Signor Bonaventura,
fin da quando ero piccolo. Pensai di dover rifare l'intervista, ma il
regista disse che quell'emozione si vedeva che era vera e ci stava bene
nel servizio che stavano preparando.
Per diverso tempo, poi, andai avanti a realizzare (sempre per il Corriere dei Piccoli) il Signor Bonaventura e qualche volta anche con la mia firma. Ma un brutto giorno "qualcuno" decretò la fine di questo mitico e grande giornale e con esso finirono definitivamente anche le tavole del Signor Bonaventura...
Visto che l'amico Nessim Vaturi mi aveva chiesto più volte se gli potevo regalare una tavola originale del Signor Bonaventura disegnata da me, qualche tempo dopo pensai di preparare una tavola sullo stile del Signor Bonaventura dove però la faccia era quella di Nessim Vaturi ed il testo (ovviamente in rima) parlava proprio di lui... Regalai poi questo disegno originale a Vaturi, durante una piacevole cena tra amici Autori; in un primo momento Vaturi credette che si trattava di una "vera" tavola originale del Signor Bonaventura, ma poi si accorse dello scherzo e lo accettò comunque con entusiasmo: se non altro quella tavola era veramente "unica"!
Passarono gli anni e si era arrivati vicini alla fatidica data in cui la nostra amata e "vecchia" Lira sarebbe (purtroppo) sparita per essere sostituita dall'Euro.
Un giorno Vaturi
mi telefonò e mi chiese se avevo visto in anteprima sui giornali come
sarebbero state le nuove banconote degli Euro. Notammo tutti e due che i
disegni di quelle nuove banconote ci sembravano piuttosto brutti.
Allora Vaturi mi disse che aveva pensato: "Se, per decidere come
avessero dovuto essere quelle banconote ed avesse interpellato i
disegnatori dei fumetti come le avrebbero disegnate?" Sicuramente
molto meglio di quelle viste (fino a quel momento) sui giornali o nei
TeleGiornali. Quindi mi disse che aveva in mente di invitare i
principali disegnatori di fumetti di realizzare ciascuno un disegno su
come avrebbero visto loro le nuove banconote dell'Euro.
Tutti aderirono con entusiasmo e finalmente un giorno ci fu una mostra (in un locale, nel "Palazzo delle Stelline",
proprio nel centro di Milano) dove vennero esposti i disegni arrivati
fino a quel momento ed inoltre la maggior parte di quelle banconote
erano stata stampate a titolo di esempio.
Per l'occasione uscì anche uno speciale albo con la raccolta di quelle banconote "fumettose", l'albo si chiamava "n'EURO".
L'inaugurazione
(ed anche la consecutiva Tavola Rotonda) fu un successo e moltissimi
giornalisti erano presenti a quello strano evento. Successivamente
quella mostra diventò itinerante e fu presentata anche a Lucca Comics.
Poco tempo dopo arrivarono le vere banconote degli Euro e bisogna dire che le "nostre" banconote erano senz'altro più originali e molto più divertenti!
(continua?
beh, gli aneddoti ovviamente continuano, ma almeno per il momento
parleremo d'altro, ma non è detto che un giorno o l'altro non si parli
ancora di Nessim Vaturi...)
(51 Segue)
PLEASE, CLICK HERE:
Ehi, faccio in tempo
a fare gli
AUGURI
di
BUONA PASQUA
a tutti?
No?
Beh, allora li faccio
per l'anno prossimo...
Fumetti & Scherzi: ahi ahi ahi...
Ahi
ahi ahi... Mi ero proprio dimenticato di uno scherzo che, nel 2003
(almeno l'anno mi sembra proprio quello) avevo subìto io...
Evidentemente il mio subcosciente aveva cercato di "dimenticare" quel fatto...
Ma ora è il caso di spiegare di cosa si tratta.
Nella puntata precedente il Doktor Bonfus in un suo commento aveva accennato ad uno scherzo su Slurp
ed un sito... e io non mi ricordavo proprio nulla, se non il fatto che
una volta in un sito americano era apparsa una foto di un gruppo
musicale che aveva fatto un video usando proprio Slurp (ma poi quel gruppo sembra sparito nel nulla: che le "slurpmaledizioni" abbiano funzionato?...), ma non credo proprio che il Doktor Bonfus alludesse a quello.
Ma poi ho ricevuto una e-mail chiarificatrice da un "certo" Stefano"... Sì, proprio Stefano Bonfanti, uno dei due "Dentiblù" (dei quali ho parlato più volte in altre puntate di questo PeroBlog). Nella e-mail Stefano mi ha inviato un allegato "chiarificarore"...
Beh,
stavolta penso proprio che Stefano abbia fatto le cose in grande e per
di più era un periodo in cui ero arrabbiato (tanto per cambiare... per
motivi di lavoro...), quindi avevo sottovalutato la vena scherzosa del "toscanaccio" Stefano... Mi aveva segnalato la presenza del mio personaggio Slurp su uno strano sito...
Insomma,
c'è stato uno scambio di e-mail e, solo dopo un po' di tempo, ho capito
che si era trattato di uno scherzo. Ebbene, lo ammetto: ci sono
cascato, cascato in pieno. Bravo Stefano! In
un primo momento avevo pensato di inserire qui tutto lo scambio di
e-mail (con annesse diverse immagini), ma mi sono accorto che sarebbe
stata una cosa troppo lunga e, dato che siamo ancora in aprile... vale
proprio la pena di parlarne come si deve e subito.
Quindi cliccando qui si può vedere lo strano allegato (in HTML) che mi ha mandato Stefano.
Nota: potrebbe darsi che, per chi usa un browser diverso da Internet Explorer, quelle pagine non si visualizzino bene, in questo caso conviene cliccare da quest'altra parte: QUI! Essendo questo un file in Power Point, si può salvare oppure semplicemente aprirlo
(è già stato controllato: è esente da virus!); una volta cliccato
sull'icona ed aperto, per visualizzzare le varie pagine occorre usare il tasto dell'Invio altrimenti cliccando con il mouse.
Ma sicuramente chi legge qui ne sa più di me: io ho provato alcune
volte ad usare Power Point, ma ho fatto solo dei... pasticci ;-)
Comunque consiglio Stefano di stare in guardia: il prossimo primo aprile arriverà fra poco: manca solo un anno... ;-))
Prima di terminare, ho ancora un piccolo dubbio: ma chi si nasconderà dietro al "Doktor Bonfus"?...
(50 Segue)
==>
Ah, come ho avvertito altre volte, purtroppo la "sistemazione" per
poter inserire i commenti (graditissimi) si trova in un punto un po'
strano: sotto la linea orizzontale e non sopra. Non e' colpa mia ma di
chi ha progettato questo blog... Beh, ogni tanto ritengo sia il caso di
ricordarlo. Sempre che chi ha fatto questo progetto non legga queste
righe e si decida a modificare questo piccolo errore... ;-) Grazie.
A
Milano, negli anni '70, a volte capitava che ci incontravamo in un
piccolo gruppetto di Autori e ci permettevamo (molto raramente,
purtroppo) di andare un po' in giro per visitare la Milano notturna.
Una volta ci recammo in un locale caratteristico su un "naviglio".
Milano anticamente era percorsa quasi tutta da corsi d'acqua
artificiali che servivano per trasportare i materiali da costruzione
all'interno della città, ma poi questa esigenza era scaduta dato che ci
si serviva principalmente di camion per quei tipi di trasporto, molti "navigli"
- così erano chiamati quei corsi d'acqua - vennero coperti e sopra ci
costruirono delle strade; oggi sono rimasti ancora aperti pochissimi di
questi "navigli" e, negli ultimi tempi, molti locali sono stati
aperti: alcuni molto economici, altri un po' più sofisticati e
frequentati per lo più da turisti oppure da gente che desidera passare
una serata in maniera particolare.
Quella sera ci recammo proprio in
uno di questi locali caratteristici. Eravamo in quattro o cinque, non
ricordo esattamente i nomi, ma mi ricordo che oltre il sottoscritto,
c'era sicuramente Nessim Vaturi (il titolare della Borsa del Fumetto (vedi puntata precedente), Umberto Manfrin, Roberto Anghinoni, Ferruccio Alessandri, Angelo Scariolo e Karel Thole.
Nel
locale dove ci recammo una sera, il cameriere ci accolse molto
gentilmente e Vaturi gli si avvicinò dicendogli che la nostra era una
tavolata particolare: eravamo tutti dei famosi Autori di fumetti. Il
cameriere era piuttosto incuriosito e chiese di chi si trattava; Vaturi
indicò i presenti con il loro nome e quando arrivò da me mi presentò
come il famoso Jacovitti.
Io stavo per far capire che Vaturi stava scherzando, ma questi mi fece
l'occhiolino per farmi capire che stava organizzando uno dei suoi
numerosi scherzetti. Il cameriere fu contentissimo perchè lui era un
ammiratore dei fumetti di Jacovitti e mi chiese subito se potevo fare un
disegno con la dedica al locale. Mi portò della carta ed io, con molta sfacciataggine, disegnai subito un Cocco Bill e ci misi anche la firma con la lisca di pesce, ma al posto di scrivere "Jacovitti", scrissi "Jacoperi".
Il cameriere non se ne accorse nemmeno e chiamò gli altri del personale
del locale ed anche il proprietario per far vedere il disegno e dissero
che lo avrebbero appeso in una parete del locale.
Poi portarono
altri fogli di carta e gli altri miei amici/colleghi si misero ciascuno a
disegnare, ma ciascuno inventando disegni di altri Autori famosi. Karel Thole (che era il notissimo autore delle copertine di "Urania",
i famosi libri di fantascienza) si mise a fare un disegno umoristico:
era la prima volta che si dilettava a fare un disegno di quel genere.
Poi, visto che in un angolo c'era un pianoforte, chiese se poteva
suonare e gli diedero il permesso.
Noi pensammo che Thole preparasse
uno scherzo perchè in effetti non sapeva suonare, invece scoprimmo che
era un bravissimo pianista! Gli applausi dei clienti scrosciarono e
chiesero il bis, ma Thole si era stancato e preferiva disegnare ancora
qualcosa.
Vaturi disse al cameriere che in effetti quello che aveva suonato era il famoso pianista olandese Karel Thole!
(in effetti era olandese, ma non famoso pianista... Il proprietario fu
commosso ed onorato di avere nel locale delle celebrità simili. Aggiunse
poi che era "bravino" a disegnare, ma si capiva subito che
invece era un grande pianista! Thole all'inizio era un po' scocciato per
questa faccenda, ma poi si mise a ridere.
Dato poi che Roberto Anghinoni non disegnava ma era uno sceneggiatore (con lui realizzai diversi fumetti, fra i quali "Flying Stampella",
una specie di 007 con la gamba ingessata: ci venne in mente quando
proprio Anghinoni abbe la gamba ingessata e quel personaggio era la sua
caricatura...), questi sul suo foglio di carta scrisse delle frasi
pompose che non avevano alcun senso ma sembravano far parte di uno
strano Poema (non era la prima volta che faceva qualcosa
del genere: ogni tanto si divertiva a scrivere dei commenti con
bellissime parole ma che poi non significavano assolutamente niente). Lo
regalò al proprietario dicendogli che quella era la prima volta che
regalava un suo "poema".
Ad un certo momento Vaturi ci
propose di preparare un disegno realizzato da ognuno di noi; ci facemmo
portare un foglio di carta stavolta di formato gigante e ne venne fuori
una cosa molto strana e divertente che firmammo con un nome fuso fra i
nomi dei partecipanti e regalammo anche questo al proprietario del
locale. Quando si era fatto tardi e stavamo per pagare il conto, il
proprietario ci disse che avevamo già pagato con la nostra presenza e ci
invitò a tornare.
Tornammo in quel locale dopo un po' di tempo ed il cameriere mi riconobbe subito dicendomi al alta voce: "Buona sera, signor Jacovitti!".
Le persone presenti si voltarono e tutti erano incuriositi nel vedere
finalmente di persona Jacovitti. Io temevo che qualcuno avesse visto in
giro qualche foto di Jacovitti (che era solito fare molte sue foto in
pose buffe) ed infatti uno mi si avvicinò e mi disse: "Ma lo sa, signor Jacovitti, che nelle sue foto lei è molto diverso? Ma come ha fatto a truccarsi in quel modo nelle foto?" Io, imbarazzato, risposi con una risata.
Una sera feci un disegno un po' diverso, cioè disegnai il mio personaggio Gianconiglio (che a quell'epoca era molto conosciuto) ed il cameriere fu meravigliato: "Ma
voi disegnatori siete bravi anche ad imitare i vostri colleghi! Però...
ad essere sinceri, signor Jacovitti, si vede che questo disegno non è
proprio suo, eh?" Io ammisi, anche se un po' dispiaciuto, che in effetti... avevo "tentato" di imitare il disegnatore Peroni, ma non era tanto facile...
Insomma, quel locale si stava facendo un nome grazie ai nostri "strani"
disegni: le pareti ormai erano tappezzate da molti nostri disegni veri e
soprattutto "falsi"... Quindi decidemmo di non andarci più e scegliemmo
altri locali dove poter fare altri scherzi... Un giorno, con Nessim Vaturi, decidemmo di organizzare uno scherzo in grande stile da fare a Luigi F. Bona, il nostro amico che curava da anni una bella, gradevole ed utile rivista chiamata
"WOW" che era destinata soprattutto agli appassionati di fumetti. Pensammo di preparare un "finto" numero di "WOW", una specie di "numero speciale" e pensammo di usare la stessa grafica ed addirittura anche la stessa tipografia!
Chiedemmo
ad alcuni amici di unirsi a noi nel preparare quello scherzo, così
qualche giorno dopo, eravamo nell'ufficio di Nessim Vaturi: Ferruccio Alessandri, Roberto Anghinoni, Giuseppe Festino, Franco Fossati, Umberto Volpini, Sergio Giuffrida ed ovviamente io e lo stesso Vaturi.
Alessandri preparò una finta traduzione di un inesistente articolo del famosissimo autore di fantascienza Isaac Asimov
che comunicava l'uscita di un altro libro della trilogia sui robot. Poi
quel numero di Wow è arrivato per caso in mano ad Asimov che ha deciso
di scrivere veramente quel libro. Pubblicato in Italia hanno richiesto
proprio a Festino la copertina: ha usato la stessa dello scherzo! Io ed
Anghinoni preparammo un articolo con alcune illustrazioni parlando di un
nuovo bravo fumettista, una "scoperta": prendemmo del materiale
di un famoso pittore dell'800: Giovanni Fattori; Anghinoni scrisse un
bell'articolo ed io una serie di fotomontaggi con dei fumetti aggiunti.
Alla fine dei quadri sembravano delle vignette (bellissime) di fumetti.
Ci furono poi altre notizie, tutte - ovviamente - false, compresa quella
che proprio il giorno 15 agosto, a Milano in Piazza Duomo ci sarebbe
stata la partena per una... fantomatica "Corociera del Fumetto (abbiamo
saputo che poi, proprio quel giorno, c'erano diversi lettori di WOW che
si trovavano lì e chiedevano in giro dove si trovasse
quell'incontro...). Anche Alfredo Castelli si prestò con un suo pezzo per questo strano numero di WOW e si firmò con "Alfredo DeCastillo"...
Insomma, preparammo un numero "falso" con articoli e disegni "falsi",
tranne una cosa che... a prima vista sembrava falsa ma era autentica: si trattava di un annuncio che ci avevano consegnato dei giovaniqualche giorno prima: si trattava della nascita di "ASTRI" (Amici di Star Trek Riuniti in Italia), un Fan Club di Star Trek:
a quell'epoca non ne esistevano ancora e quello era il primo, solo che
abbiamo pubblicato proprio la riproduzione del biglietto scritto in
maniera poco convincente... In copertina io ci misi il disegno del mio personaggio Sonny, ma con la faccia/caricatura di Luigi F. Bona...
Quando
finalmente quel "numero speciale" di "WOW" fu pronto, noi del gruppetto
di burloni, organizzammo una cenetta ed invitammo anche proprio Luigi F. Bona.
Ogni tanto Bona ci chiedeva il motivo di quella cena, ma solo alla fine
il cameriere arrivò con un piatto da portata con delle piccole
bottigliette (le famose "mignon") con sopra stampato "WOW" (al posto di Vov...) e Vaturi distribuì a tutti le copie della rivista "Wow" - numero speciale.
Bona non riusciva a capire e rimase per un po' di tempo imbambolato:
non credeva ai suoi occhi: ma lui non aveva preparato quel numero delle "sua"
rivista"! Solo quando vide le nostre facce capì che si era trattato di
un colossale scherzo! Si divertì moltissimo e noi con lui: non ci
avevamo guadagnato niente, ma ci eravamo divertiti tantissimo!
Successivamente si sparse la voce dell'esistenza di quel fantomatico numero di "Wow" ed i collezionisti fecero di tutto pur di riuscire ad averlo... Vaturi ha sempre amato fare gli scherzi ed una volta, in occasione del primo aprile, si mise d'accordo con Ferruccio Alessandri:
prepararono la sagoma di un pesce ritagliata in un cartone, si munirono
di vari colori e la notte prima andarono in giro per Milano a dipingere
(velocemente) una miriade di pesci colorati sulle palizzate dove
c'erano i lavori in corso. Nessuno seppe mai chi era stato... ma la
gente era soddisfatta: così la città così era diventata molto più
allegra. (nota: purtroppo, per evidenti motivi... non esistono foto dell'avvenimento...)
Ma una volta proprio Vaturi fu vittima di uno scherzo... lo scherzo fatto da me e mio figlio a Vaturi in occasione del primo aprile.
Mi procurai un indirizzo e-mail americano con un nome (abbastanza credibile) di un fantomatico
Editore di New York. Io e mio figlio scrivemmo (ovviamente in inglese)
una e-mail a Vaturi di un Editore di New York (ovviamente un nome ed una
Editrice inventati - purtroppo non ricordo il nome che avevamo scelto)
dicendogli che si erano incontrati a San Diego, California, in occasione della "Comic Con ",
la famosa Convention Statunitense dei comics, Vaturi gli aveva dato il
suo indirizzo e-mail, avevano parlato di tante cose, ma poi si erano
persi di vista in mezzo alla folla dei visitatori. Questo tizio gli
scriveva perchè gli era venuto in mente di realizzare un nuovo fumetto
con la sua casa Editrice di New York e gli chiedeva se era possibile una
collaborazione. Vaturi rispose affermativamente, in maniera un po'...
incerta: si capiva che Vaturi evidentemente non si ricordava di quel
tizio, ma gli scocciava farsene accorgere e "fingeva" di
ricordarsi di lui...) e noi leggemmo subito la sua risposta alla quale
rispondemmo a nostra volta (sempre in inglese) entrando nei particolari,
facendo in modo che la proposta vera e propria la ricevesse proprio il primo aprile: si trattava di un nuovo albo a fumetti chiamato "Nessy" ed allegava la bozza della copertina del Numero 1: un pesce, proprio con la faccia di Nessim Vaturi!
A questo punto Vaturi aveva capito che si trattava di uno scherzo, ma
non era ancora sicuro di "chi" si trattasse, se era un americano oppure
un italiano e rispose cercando di indagare, ma poi si mise a fare delle
telefonate fin quando telefonò a me e mi chiese se per caso sapevo
qualcosa di un certo albo chiamato "Nessy"; io ovviamente gli
risposi che non avevo molto tempo per stare al telefono perchè stavo
disegnando un fumetto chiamato appunto Nessy...
(nota:
ehm... purtroppo in questo momento non riesco a trovare quella
copertina... se per caro riuscissi a trovarla, la inserirò qui
sen'altro)
Un paio di anni fa io e l'umorista
Giovanni Beduschi
ricevemmo una e-mail ciascuno: in quella che ricevetti io Beduschi mi
invitava a cena a casa sua, in quella ricevuta da Beduschi io lo
invitavo a cena a casa mia. Però... tutti e due ci telefonammo per
chiarimenti: ci era sembrato un po' strano che un invito del genere lo
avessimo fatto via e-mail e non per telefono. Quindi cominciammo a
pensare che ci fosse di mezzo uno scherzo: infatti ci accorgemmo che il
giorno fissato per la "cena reciproca" era proprio per il primo aprile!
Io cominciai a sospettare che sotto ci fosse lo zampino dei Dentiblù... Non sapevo "come", ma Stefano Bonfanti (uno dei due Dentiblù) oltre ad essere toscano (e si sa bene che ai toscani piace molto fare degli scherzi) è anche piuttosto esperto di "trucchetti"
da fare con il computer. Però la cosa che ci aveva meravigliato di più
era che le nostre e-mail risultavano proprio partite proprio da noi:
l'indirizzo che risultava nel mittente era esatto. Beduschi pensò a
telefonare a Stefano Bonfanti per... indagare e così, con una specie di
interrogatorio di terzo grado, scoprì che in effetti si era trattato di
uno scherzo fatto proprio da lui. Ma non riuscimmo mai a scoprire "come"
aveva fatto, ma ci assicurò che lui non era un "hacker"... ed aveva agito solo con un piccolo trucchetto innocuo, cioè non si era "infiltrato" nella nostra posta, aveva solo eseguito alla perfezione quel "trucchetto visivo"...
Comunque
lo scherzo sarebbe riuscito in pieno perchè se non ci fossimo
telefonati, ognuno di noi si sarebbe recato a casa dell'amico, con
notevoli imbarazzi da parte di entrambi...
(Continua? Sembra proprio di sì...)
(49 Segue)
Sapessi com'è strano incontrare i Fumettisti a Milano
Negli anni '70 moltissimi di noi, Autori di fumetti, ci si incontrava spesso a Milano.
Il merito di questi incontri era di Nessim Vaturi, il titolare del negozio la Borsa Del Fumetto (in via Lecco, 16 di Milano).
Questo
locale è molto conosciuto a Milano (ed anche in tutta Italia) perchè
gli appassionati di fumetti vanno spesso a visitarlo per fare degli
acquisti di fumetti nuovi ma soprattutto quelli vecchi. Infatti vi si
trovano anche molti fumetti utili soprattutto per i collezionisti che
aumentano sempre di più. Lì spesso riescono a trovare dei numeri di
giornali degli anni passati e molti gioiscono nel rivedere dei giornali
che avevano allietato la loro infanzia e che ora possono riavere.
Ovviamente quei numeri, specialmente se sono di molti anni fa, costano
di più dei nuovi, ma si vede chiaramente la gioia di chi riesce ad
acquistarli.Ma
la Borsa del Fumetto la si trova spesso anche negli stand delle varie
manifestazioni specializzate in giro un po' in tutta Italia, come ad
esempio Lucca Comics (a Lucca), Expocartoon (a Roma), Cartoomics (a Milano), Torino Comics (a Torino), la Comiconvention (presso l'Hotel Quark a Milano) e molte, moltre altre ancora. In questi stand spesso si incontrano anche due giovani Autori, i Dentiblù,
che a volte si appoggiano presso lo stand della Borsa del Fumetto,
anche se ultimamente questi due ragazzi (dei quali ho parlato in
un'altra puntata di questo PeroBlog) hanno cominciato ad avere un proprio stand dove si trova soprattutto la loro "creatura" "Zannablù" che ha moltissimi fans in tutta Italia.
Da qualche tempo Vaturi ha aperto anche un altro negozio, sempre in zona, poco lontano dalla Borsa del Fumetto, che ha chiamato "il Borsino"
dove si trovano soltanto vecchi giornali e spesso si trovano anche
delle vere occasioni. In pratica quello è diventato un punto d'incontro
di giovani di tutte le età: quelli che scoprono dei vecchi fumetti e
quelli che li avevano letti da piccoli. Insomma, per i fumetti vecchi e
nuovi non esistono differenze di età, la passione è sempre la stessa.
Per molto tempo i disegnatori di Milano e dintorni si riunivano, l'ultimo venerdì sera di ogni mese, presso la Borsa del Fumetto
di Milano per chiacchierare del più e del meno, per scambiarsi
opinioni, per darsi informazioni sul nostro mondo di lavoro, insomma era
sempre un incontro molto piacevole.
Per diverso tempo ci riunivamo
nello scantinato che si trovava proprio sotto il negozio della Borsa del
Fumetto. C'erano i nomi più conosciuti nel mondo dei fumetti, come Umberto Manfrin (Tiramolla), Giuseppe Festino (Fantascienza), Tiberio Colantuoni (fumettista genere umoristico), Angelo Scariolo (specializzato nei disegni per l'Hanna-Barbera e fumetti vari umoristici), Roberto Anghinoni (sceneggiatore, scrittore, Editore), Paolo Telloli (fumettista veristico di fantascienza - Editore), Antonio Terenghi (autore di Tarzanetto), Lina Buffolente (disegnatrice di Capitan Miki e molti titoli di Bonelli) e molti altri.
Però
all'inizio eravamo in pochi e ci stringevamo in un angolo dell'unico
tavolo rimasto un po' libero dalla montagna di libri e di fumetti. Ma
poi si era sparsa la voce ed una sera ci demmo tutti da fare, con un
incredibile passa-mano, per riuscire a liberare tutto il grande tavolo
dai libri mentre Vaturi ci indicava man mano dove sistemarli. Alla fine,
quando il tavolo fu libero, decidemmo di ordinare delle pizze e
mangiarcele lì prima di chiacchierare un po' fra di noi.
Questi
incontri erano sempre molto utili: intanto ci si conosceva meglio e poi a
volte capitava che qualcuno passava delle informazioni su alcuni
Editori che cercavano dei collaboratori. Poi,
ad un certo punto, oltre ai fumettisti, cominciarono ad arrivare anche
degli animatori di disegni animati. A noi la cosa fece molto piacere, ma
lo spazio libero sul tavolo era sempre meno... ed alla fine Vaturi
decise che non era più possibile incontrarsi lì e si mise d'accordo con
il proprietario di una pizzeria che si trovava a pochi passi dalla
libreria e fece in modo che per le nostre mega-tavolate i prezzi fossero
minori delle tariffe normali, anzi stabilirono una cifra fissa per
ciascuno, indipendentemente da quello che consumavano. Così a volte
capitava che chi aveva mangiato solo una pizza Margherita (la più
economica) pagava la stessa cifra di chi invece aveva ordinato degli
spaghetti e carne alla griglia... Ma ormai le cose funzionavano bene in
quel modo e nessuno pensò di cambiare metodo.
Man
mano che passava il tempo e più si spargeva la voce di questi piacevoli
incontri e gli Autori aumentavano sempre più ed a volte arrivavano - a
sorpresa - anche nomi noti, come ad esempio
Karel Thole, Walter Molino, Tabet e molti altri. Spesso interveniva anche Sergio Bonelli, il notissimo Editore di Tex e moltissime altre testate di successo.
Ovviamente
lo spazio cominciava a mancare anche lì... Quindi Vaturi si mise
d'accordo con un altro locale, sempre nella stessa zona, e ci
incontravamo tutti lì, anche se a volte si stava un po' strettini...
Insomma,
quello era diventato un punto d'incontro molto utile: noi disegnatori
non ci sentivamo più soli ed anzi riuscivamo anche a dare consigli ai
più giovani, specialmente molti di quelli che erano appena usciti da
qualche Scuola del Fumetto e ci prodigavamo in consigli ed a volte
qualcuno di loro (specialmente i più bravi) riusciva a trovare lavoro ed
a farsi anche un nome nell'Editoria fumettistica.
Io fui costretto a
diminuire le mie partecipazioni a questi incontri (dal 1985) dato che
mi ero trasferito da Milano alla provincia di Como. A volte qualcuno
veniva a prendemi in auto (dato che, come ho già detto in altre puntate,
io non guido - ma penso che un giorno o l'altro parlerò anche di questo
su questo PeroBlog...), ma poi, piano piano, per motivi pratici o di
tempo ci andavo sempre meno.
Avevo saputo che piano piano, dopo la mia partenza, quegli incontri si svolgevano sempre più di rado.Ma
poi, purtroppo, ci fu qualcuno che decise di riunirsi da un'altra parte
e così i disegnatori furono divisi in due gruppi. Il numero di quelli
che frequentavano l'incontro organizzato dalla Borsa del Fumetto
cominciò a diminuire e piano piano la cosa si chiuse lì. Questo è un vero peccato: noi Autori dovremmo essere sempre uniti e non divisi, ma ormai ogni tentativo di "ricucire" lo strappo è stato inutile.
Ora quell'incontro è diventato annuale: in occasione della Festa dei Fumetti
(organizzata sempre dalla Borsa del Fumetto) si va a pranzo tutti
assieme in un vicino locale. L'incontro è sempre piacevole, ma non è la
stessa cosa...
(48 Segue)
I miei amici-nemici computer...
Avevo sempre amato i computer, fin da... piccolo. Ovviamente qualcuno mi dirà: "ma com'è possibile, quando eri piccolo i computer non c'erano ancora!"
Eppure io disegnavo spesso qualche macchina strana che faceva dei
lavori per me... Non avevo ancora la minima idea di come sarebbe fatta
quella macchina, ma io immaginavo un piccolo aggeggio, molto comodo da
gestire e da portare. I miei amici, quando vedevano quei disegni si
mettevano a ridere e mi dicevano "Si vede proprio che hai molta fantasia!"
Diventato più grande, avevo da poco iniziato a fare i fumetti per "Capitan Walter", il settimanale del Vittorioso, da un'idea di mio padre, creai uno strano personaggio che chiamai "Gramo Gramelloni".
Anche il nome me lo aveva suggerito mio padre; so bene che al giorno
d'oggi nessuno si sognerebbe mai di chiamare un personaggio di fumetti
con quel nome, ma a quei tempi funzionava. Con questo Gramo Gramelloni
realizzai una serie di storie ed erano basate tutte sul fatto che questo
personaggio non aveva grandi capacità, aveva una intelligenza media, ma
quando gli cadeva qualcosa in testa (ad esempio un libro o una pentola)
gli si formava subito un grosso bernoccolo: il bernoccolo delle idee! Così diventava improvvisamente un genio (infatti appariva un piccolissimo Genio che gli gironzolava attorno, ma che vedeva solo lui...) e creava aggeggi di vari tipi, come ad esempio una serie di telecamere a circuito chiuso
per riuscire a scoprire chi rubava la roba in casa: grazie alle
telecamere scoprì che era stata la sua cameriera. In un'altra puntata
inventò una specie di computer...
Ecco, io lo avevo disegnato molto piccolo: diversi anni dopo uscirono i primi computer IBM: giganteschi, che occupavano delle intere stanze. Insomma, avevo inventato il computer, di quelli attuali, prima del tempo...Ma
poi, piano piano, cominciarono a costruire dei computer sempre più
piccoli fino ad arrivare, intorno agli anni '70, ad inventare un
computer per ragazzi (che regalai subito a mio figlio), si chiamava "Vic20" (era della ditta "Commodore" che subito dopo fece uscire una versione maggiore: il Commodore64,
che ebbe un notevole successo): un piccolissimo computer che aveva una
memoria di appena 20 kb, però ci si poteva scrivere, ci si potevano fare
dei giochi e molto altro, il tutto grazie ad una speciale tastiera
dove, oltre alle lettere, c'erano dei simboli con i quali si potevano
formare dei disegni. Ma occorreva imparare uno speciale linguaggio (ora
non ricordo come si chiamava, ma lo imparai subito). Mio figlio si era
limitato a "copiare" dei giochi che erano scritti in un libretto
allegato, poi erano uscite delle riviste dalle quali si potevano copiare
dei codici in modo da ricavarne dei giochi o altro. Alla fine mio
figlio si stancò e... usai io quella specie di computer per molto tempo:
riuscii a realizzare dei giochi piuttsoto belli e divertenti: un po'
come succede a volte con i "trenini"... Ciò che si realizzava con
il Vic20 si poteva "registrare" su una normale cassetta audio: dei
"suoni" (simili a quelli che si sentono quando si invia un fax)
dimostravano che quanto si era fatto era perfettamente registrato.
Negli anni '80 creai per il settimanale "Più" il mio personaggio "Gipsy":
era una bambina rimasta orfana della madre e suo padre, vedendo che se
ne stava sempre da sola, pensò di costruirle un piccolo computer portatile e... parlante chiamato Dido.
Quelle storie ebbero moltissimo successo: a quell'epoca io avevo
precorso i tempi perchè non si pensava nemmeno alla possibilità di avere
dei computer portatili...
Per scrivere usavo una normale macchina da scrivere, ma speravo di poter avere un computer, ma allora costavano troppo e mi "accontentai"
di una macchina da scrivere che mi regalò mia figlia: era quasi un
computer, fatto all'incirca come una normale macchina da scrivere, ma
che andava collegata all'energia elettrica: così potevo scrivere delle
pagine intere per poi rileggerle ed eventualmente correggerle e quindi
stamparle sul foglio di carta sistemato come in una normale macchina da
scrivere. Inoltre c'erano alcune possibilità di modificare un pochino i
caratteri (font) e farli in grassetto più o meno maggiore: insomma, ci
si poteva sbizzarrire a scrivere in maniera "quasi" da computer. Con questa scrissi moltissime sceneggiature ed ovviamente anche lettere. Ma poi mia figlia, che aveva nel suo ufficio di pubblicità un computer "Olivetti M24",
decise di acquistarne uno più moderno e mi chiese se quello lo volevo
io. Non me lo sono fatto ripetere e l'ho subito portato via. Con quel
computer si usavano dei dischetti molto più grandi degli attuali "Floppy",
lo schermo era con lo sfondo nero e le lettere (o disegni "costruiti"
con il computer) erano in verdino luminoso. Con quel computer mi
esercitai moltissimo e cercai di prenderci confidenza, ma più andavo
avanti e più mi accorgevo che avevo bisogno di qualcosa di più attuale,
anche perchè con quel computer ci si potevano fare poche cose... Così un
giorno telefonai all'amico Luigi F. Bona (che a quell'epoca realizzava una bellissima ed utile rivista chiamata "WOW" dove si parlava soprattutto di fumetti.
Lui
realizzava quella rivista interamente con il computer). Insomma, gli
chiesi che cosa avrei dovuto acquistare per avere un computer "decente"
ma non costosissimo. Luigi allora mi dettò i requisiti "minimi" per un
computer da usare per i fumetti e le illustrazioni. Mi indicò anche
quali accessori erano necessari: ovviamente un monitor (piccolo, da 15
pollici: costava meno...), una stampante, uno scanner, delle casse ed un
microfono (per l'audio). Poi mi suggerì di acquistare una buona scorta
di Floppy ed anche uno "Zip": era un aggeggio dove ci si
potevano mettere dei dischetti che contenevano fino a 100 megabyte (al
contrario dei Floppy che possono contenere solo fino a un megabyte e
44). Il vantaggio era che con quello "Zip" i dati immessi, poi
potevano essere anche cancellati o modificati, quindi si poteva riusare
in continuazione. Peccato che qualche tempo dopo quell'aggeggio non
funzionò più e mi ritrovai con moltissimi dischetti inutilizzabili e con
dentro molti dati impossibili da recuperare... Fino a quando un amico
me ne prestò uno per poter togliere i file che c'erano nei dischetti e
sistemarli sul computer).
Ma torniamo al computer indicato dall'amico
Bona: mi diedi subito da fare per chiedere preventivi e scoprii che
costavano tutti molto di più di quanto mi aspettavo. Fin quando qualche
amico mi suggerì di provare in un supermercato dei computer (esisteva
una catena di supermercati di computer dove si trovava praticamente di
tutto: lì costava tutto molto meno e poi si poteva comprare tutto anche a rate...) Ma scoprii che occorreva essere degli esperti: il personale per chiedere consigli praticamente non esisteva... ma fui fortunato: trovai un commesso che, eccezionalmente, mi diede una mano e mi diede anche dei suggerimenti sulle scelte migliori. Quindi diedi al commesso l'elenco di quanto mi serviva e poco dopo caricai il tutto in macchina. Arrivato in studio, tolsi subito dagli imballi le varie parti, lessi (velocemente...)
alcune istruzioni e, una volta attaccata la presa alla corrente e
premuto il tasto per l'accensione, finalmente sullo schermo apparve uno
sfondo colorato con alcune piccole icone. Il computer funzionava! Ma...
non avevo la minima idea su come usare i programmi (pochi, quelli di
serie). Sono sempre stato "allergico" alle istruzioni: preferisco sempre
cercare di capire da solo il funzionamento, anche di oggetti domestici;
molti amici mi rimproverano, ma io sono del parere che, se una cosa è
ben fatta si può e si deve capirne il funzionamento senza leggere le
istruzioni, se mai si possono leggere per chiarire meglio alcuni punti.
Lo so che è sbagliato, ma so che... ci sono anche molti miei
amici/colleghi che usano lo stesso sistema. Così telefonai all'amico
Luigi che mi spiegò alcune cosette, tra le più semplici, ma mi consigliò
di leggere le istruzioni sia sul libretto allegato che sul computer,
anzi mi consigliò di seguire alcune piccole lezioni per imparare ad
usare il computer (che erano già sul computer stesso). Così iniziai con
la lezione uno, poi la due... e mi stancai: era un sietama troppo lungo
per i miei gusti. Così mi misi a fare delle prove da solo ed imparai
molto meglio "quasi" tutto.
In un paio di giorni ero riuscito
ad usare lo scanner, la stampante e soprattutto il programma di
scrittura e quello per gestire i disegni. Ma... scoprii che il programma
di grafica che era fornito con il computer era piuttosto scarso, così
pure il programma per la scrittura. Allora telefonai, sempre all'amico
Luigi Bona, per chiedergli quali programmi mi suggeriva. Me li scrissi
ed andai a cercarli: anche questi costavano molto, ma nei vari
supermercati appositi costavano molto meno.
Con il tempo imparai ad usare "Photoshop",
che è uno dei programmi più usati per la grafica, ma è difficile da
usare ed occorre farci molta pratica e... possibilmente avere degli
amici già esperti che diano dei suggerimenti preziosi, altrimenti si
rischia di perdere molto tempo e combinare solo pasticci... Perciò
telefonai ad un altro amico-collega di Torino: Silvano Beltramo,
che in quel periodo si era specializzato nella colorazione della tevole
a fumetti (e curava anche la parte grafica del sito dellAnonima
Fumetti). Lui mi diede, per telefono, moltissimi suggerimenti utili.
Così, qualche tempo dopo proposi al Giornalino di pensare io alla
colorazione al computer delle mie tavole e delle mie illustrazioni. Mi
fecero eseguire qualche prova ed alla fine fui accettato. Così da quel
momento tutte le fasi di lavorazione cambiarono: niente più colori in
vasetti, niente più pennelli... Lo so, la qualità era senz'altro
migliore, ma ci guadagnai in tempo e, dato che nel campo dei fumetti le
tariffe non sono molto alte, occorre essere veloci per poterci
guadagnare...
Ovviamente,
nel frattempo, mi ero anche messo in testa di prepararmi da solo un mio
sito: avevo controllato i "codici HTML" dei vari siti ed avevo imparato
almeno le cose principali. Ma, per iniziare, preferii chiedere
all'amico Gianfranco Goria (che allora era presidente dell'Anonima
Fumetti) se loro potevano ospitarmi con un mio sito. Goria mi disse di
sì, ma mi consigliò di rivolgermi a Silvano Beltramo dato che lui
avrebbe controllata bene il tutto. Infatti così feci: preparai una bozza
di sito (con testi e disegni) che inviai all'amico Beltramo; questi ci
lavorò un po' e pochi giorni dopo il mio primo sito era pronto! Si
trovava (e si trova tutt'ora) a questo indirizzo: www.fumetti.org/perogatt
. Ma io avevo in mente delle idee più grandi ed inoltre quel sito non
potevo gestirlo io: ogni volta che dovevo effettuare delle modifiche,
dovevo rivolgermi a Silvano Beltramo che ben volentieri si prestava ad
accontentarmi, ma... solo nei momenti liberi ed a volte passavano
diversi giorni.
Quindi sparsi la voce che avrei voluto avere un sito
tutto mio e mio genero mi fece una sorpresa: mi regalò un dominio che
io decisi di chiamare "perogatt.com", così il mio indirizzo era pronto: www.perogatt.com,
ora mancava solo... il sito vero e proprio... Ci diedi sotto tutte
le sere per preparare al meglio questo mio sito ufficiale e poco tempo
dopo era pronto, mancava solo da metterlo in rete. Ma... io non avevo la
minima idea di come si facesse e per fortuna trovai degli amici che mi
spiegarono come fare e cioè munirmi di un piccolo programma per poter
immettere i dati sul computer del server; questo server si trovava negli
Stati Uniti, ma una volta imparato il sistema, scoprii che poi era
facilissimo da gestire. Così tutte le sere aggiungevo, miglioravo delle
pagine, cosa che faccio anche oggi.
Ci aggiunsi diversi "sottositi", come ad esempio quello di "Slurp", di "Ugo" di "Perocomics" e molti, molti altri, fino a farlo diventare un sito enorme...
Ah,
ovviamente i computer poi sono diventati tre dato che ciascuno ha
dei compiti ben precisi ed inoltre uno lo usa mio figlio che mi da una
mano anche per le colorazioni. Questi computer sono in "rete", cioè comunicano tra di loro (no, non si raccontano barzellette...). Poi mi hanno regalato una tavoletta con penna ottica (usata pochissimo...) e una WebCam
(usata diverse volte per chiacchierare di lavoro con i miei colleghi).
Inoltre ora ho tre scanner e tre stampanti (che lavorano quasi in
continuazione.
Un giorno mio genero mi disse che finora aveva
pagato lui le spese per il mio dominio, ma dagli Stati Uniti avevano
chiesto delle cifre superiori poiché il mio sito aveva moltissimi
visitatori da tutto il mondo ed ora avrei dovuto pagare io; mio genero
mi spiegò che lì si pagava in base al numero di visitatori... Mi disse
anche che dipendeva molto anche dal fatto che nel mio sito c'erano
moltissime immagini e proprio quelle facevano aumentare le cifre
richieste. Mi consigliò di togliere quasi tutte le immagini, ma io mi
rifiutai: il mio sito senza immagini era inconcepibile! Così mi diedi
subito da fare per cercarne uno più economico e che non si basasse sul
numero di visitatori e ne trovai uno, in Toscana: Aruba, che oltre tutto
era anche molto più economico; quindi feci subito il "trasloco" (non
tanto facile, ma ci riuscii), acquistai anche dei "data-base" che mi permisero di poter aprire alcuni siti particolari come PeroCards e il PeroPortale che usano dei particolari "linguaggi" e necessitano appunto del data-base.
Così
in breve tempo allargai maggiormente il mio sito, tanto che per il mio
uso personale a volte, per cercare delle immagini o dei testi, sono
costretto ad usare un motore interno di ricerca...
Ma non basta: ho
aperto anche alcuni siti ospitato da altri in cambio di pubblicità. Qui
ho messo alcuni siti con altre mie idee pazze...
Così i
visitatori sono aumentati ancora di più, da tutto il mondo (anche se le
pagine in lingua inglese sono ancora molto poche: sono in attesa da
tempo che un amico mi dia una mano per preparare una traduzione
"giusta", ma... il tempo manca sia a lui che a me, quindi rimando
sempre... Ma intanto ho messo anche alcune pagine in "Esperanto",
la lingua che è conosciuta un po' in varie parti del mondo: un tempo si
pensava che quella avrebbe potuto essere la lingua universale ma poi è
prevalso l'uso della lingua inglese. Peccato,
perchè a me l'Esperanto piaceva anche perchè era abbastanza facile dato
che è formata da derivazioni più che altro latine o comunque europee.
Nel 2004 fui invitato a Torino Comics per ritirare un premio, il "Premio aiia - 2004" (AfNews Internet International Award)
come miglior sito dell'anno e mi fornirono uno speciale logo per
testimoniere la cosa. Ovviamente la cosa mi fece molto piacere e fu
proprio Gianfranco Goria a consegnarmi quel premio.
Nel
frattempo ho preparato una serie di disegni per un softaware per
realizzare facilmente siti web; questo software è stato realizzato da un
Ingegnere (molto amante dei fumetti, diventato subito mio amico): così
realizzò una versione del suo software chiamata "Versione Perogatt",
cioè dentro c'è anche la possibilità di poter usare i miei disegni che
si trovano all'interno del programma (studitati in modo da poter
accontentare un po' quasi tutti i gusti). Io l'ho provato e devo dire
che è fatto veramente molto bene, soprattutto per chi è agli inizi
oppure per chi non vuole rompersi troppo la testa e potersi divertire,
senza fatica, a realizzare da soli il proprio sito (o magari anche delle
presentazioni speciali su CD). Ma... se non sbaglio questa è
pubblicità! Ebbene sì, una volta tanto permettetemi di inserire anche un
pochino di pubblicità: il mio amico Aldo se la merita ed anche io... Beh, un paio di volte l'anno mi paga le percentuali sulle vendite in Italia e negli Stati Uniti :)
Vi consiglio di provarlo e poi fatemi sapere che cosa ne pensate. Ok? Ah, l'indirizzo... Potete recarvi qui: www.visualvision.it
dove potrete trovare tutte le indicazioni necessarie; se volete potete
anche ottenere subito una versione di prova per poi decidere, se lo
volete, di acquistarla.
Da circa un anno ho aperto alcuni miei blog: il PeroBlog (su Splinder e su MrWebmaster) e lo SlurpBlog: tanto per occupare il tempo rimasto libero... :o)
Ma finora ho parlato dei miei computer in maniera ottimistica: tutto falso perchè in effetti li odio! Li odio perchè si "bloccano" regolarmente proprio quando devo fare delle consegne urgenti! Inoltre a volte mi capita che i tre computer "fanno finta" di non riconoscersi tra loro... e poi (evidentemente fanno pace...) "misteriosamente" tornano a riconoscersi: misteri dell'informatica...
Ma...
ormai non saprei più cosa fare senza di loro: quando si danneggia un
computer mi sembra che si tratti di un figlio che si è preso la
varicella... E quando finalmente (grazie anche al preziosissimo
aiuto degli amici/colleghi - specialmente il mitico D. B.) riesco a farli rivivere, ebbene lo confesso: faccio festa!
Bah...
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