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domenica, 19 febbraio 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (41)

Animazioni & Animazioni (2)
arriva "Carosello"!


Mi sembra di aver già raccontato in una puntata di questo PeroBlog di quando, negli anni '50, feci i "cartoni animati" in diretta TV per la Rai. Ovviamente si trattava proprio di veri e proprio "cartoni" che erano disegnati, colorati, sagomati e mossi a mano mentre lo speaker commentava con la voce (a volte "voci") da fuori campo; si trattava di fiabe scritte dal famosissimo Alberto Manzi.
Mi sembra di aver raccontato anche di quando, negli anni '80, durante la trasmissione "Slurpiamo", sul Network "Junior TV", realizzai dei disegni animati in diretta TV... Quella volta però con un piccolo trucchetto: io disegnavo in diretta un paio di disegni di Slurp (uno in posizione rannicchiata ed un'altro che saltava), ma avevo già preparato prima della trasmissione due disegni simili e, con un semplice effetto con le telecamere, venivano poi trasmessi consecutivamente dando l'impressione di una animazione, un po' semplice, ma sempre animazione dando l'impressione che i disegni che avevo fatto in quel momento si fossero mossi "magicamente"...

Sigla di Carosello
Ma di animazioni vere e proprie si parlava quando nacque il famosissimo e mitico "Carosello".
Io, come diversi altri disegnatori, fui invitato a partecipare ad una specie di concorso per la sigla. 
Uno dei  responsabili mi aveva sussurrato che alla commissione (formata quasi esclusivamente da napoletani) sarebbe piaciuto una specie di "pazzariello": tanto per capirci, chi non ha mai visto la scenetta dove il famosissimo Totò girava per le strade di Napoli tutto bardato e con una specie di piccola orchestrina personale, attirava la gente per poi fare la pubblicità ad alcuni negozi? Beh, a me Totò era sempre piaciuto, ma mi rifiutai di "rifare" una scena che per me era un vero e proprio capolavoro, quindi preparai una sigla un po' più moderna: fui subito bocciato... Ma la cosa non mi dispiacque molto, dato che più che la sigla, mi interessava poter fare dei disegni animati per questi "allora nuovi" Caroselli. Così sparsi la voce e mi arrivarono delle commissioni, come ad esempio dalla "Dear Film", dove però mi fecero fare delle pubbilcità come regista di film dal vero (ho già raccontato in una di queste puntate di quando feci anche da regista a Vittorio Gassman per una pubblicità); i disegni animati arrivarono in seguito: un tizio che era dirigente di una piccola Agenzia pubblicitaria, aveva avuto l'esclusiva per dei Caroselli per l'acqua minerale Levissima. Io fui contentissimo nell'apprendere questa notizia, ma poi scoprii che avrei dovuto realizzare dei cartoni animati con delle idee già inventate da costui, ma non solo: aveva anche "inventato" uno "slogan" che per me era semplicemente disgustoso... Si trattava del "Soldato Pierino". Lui me li descriveva entusiasta, ma a me quelle idee non piacevano... Però avevo bisogno di lavorare, così realizzai quei cartoni animati. Si trattava di un piccolo soldato il soldato Pierino appunto, che ogni volta ne combinava di tutti i colori e veniva regolarmente sgridato dal comandante che lo condannava ad andare in prigione con solo "pane e acqua" e Pierino, facendo il saluto militare, rispondeva ogni volta: "Benissima, purchè l'acqua sia Levissima!". Il fatto che ai proprietari della "Levissima" quel Carosello" piacque, a me non dava ugualmente soddisfazione e cercai altre possibilità.
Ma in quel periodo a Roma la vita era diventata impossibile perchè ormai i pagamenti avvenivano quasi tutti esclusivamente con cambiali non pagate o assegni a vuoto... Così decisi di tornare a Milano e mi presentai presso una ditta di disegni animati (dove ci lavorava anche un amico che avevo conosciuto a Roma), l'Organizzazione Pagot, dei fratelli Pagotto (artisticamente si facevano chiamare "Pagot"). Dopo un breve colloquio con i due fratelli, fui subito assunto come animatore ed il giorno dopo ebbi il mio spazio (una specie di box squallido) situato in un grande stanzone con in mezzo un corridoio dove, ai lati, c'erano altri box, ciascuno con dentro un animatore o intercalatore; nessuno poteva vedere gli altri, se mai sentirli parlando a voce alta (i muri di questi box erano alti all'incirca poco più di due metri), anche se la cosa non era "ben gradita" dai due fratelli. Come primo lavoro mi fecero fare le animazioni per - mi sembra - la "Crema Elah" dove c'era il personaggino di Capuccetto Rosso ed il lupo. Quelle animazioni non mi piacevano tanto: secondo me erano personaggi troppo "scontati". Poi, dopo qualche altro Carosello più o meno simile mentre altri animatori realizzavano dei Caroselli con un gatto (non mi ricordo proprio il nome di questo gatto) che si divertiva a fare dispetti in una fattoria.
Un giorno uno dei due fratelli Pagot mi chiamò e mi disse che si trovavano in difficoltà con un loro cliente: la Mira Lanza, per la quale loro da tempo facevano dei Caroselli che si svolgevano in una fattoria, ma ai responsabili della Mira Lanza non erano piaciuti, così questi mi chiese di preparare un Carosello, che si svolgesse sempre in una fattoria, lasciandomi libero di preparare una cosa qualsiasi: tanto si trattava di un Carosello di pausa, in attesa che gli "esperti" studiassero e proponessero alla Mira Lanza un'altra serie.
Così, trovandomi completamente libero, iniziai a preparare le animazioni senza avere ancora chiaramente le idee esatte del seguito. Disegnai un pollaio da dove uscivano dei pulcini ed uno era ancora quasi tutto dentro l'uovo, così ondeggiando, cadde nello stagno sottostante. Ne uscì tutto sporco (nero) e gli altri lo prendevano in giro. Da quel momento era diventato Calimero - prima versione in bianco/nero"Calimero, il pulcino nero". In quelle scene Calimero aveva ancora un pezzo di guscio rimastogli sulla testa: avevo visto una situazione simile qualche giorno prima in una fattoria in campagna dove vidi appunto un pulcino con un pezzo di guscio sulla testa. La proprietaria mi spiegò che capitava abbastanza spesso, ma poi il pezzetto di guscio cadeva da solo. Nel Carosello io invece gli lasciai quel pezzo di guscio sulla testa: pensavo di toglierglielo poi, in seguito. Ogni volta, dopo diverse disavventure, Calimero se ne andava via sconsolato lamentandosi che tutti ce l'avevano con lui perchè era piccolo e nero. Ma poi incontrava l'Olandesina (un personaggio già sperimentato in altri Caroselli per la Mira Lanza e che animava un mio amico, proprio quello che avevo conosciuto anni prima a Roma) che lo prendeva e lo immergeva in una tinozza dicendo: "Tu non sei nero, sei solo sporco!"
Quella cosa piacque agli addetti della Mira Lanza che ordinarono subito il seguito.
Ma non era stato previsto un... seguito, così creai subito altri personaggi come il Papà, la Mamma, il maestro Gufo, la Volpe... ma mi accorsi che mancava un "cattivo", così ci infilai il Papero Piero (era un mio personaggio che avevo già creato tempo prima). Insomma, questa serie ebbe molto successo, tanto è vero che anche il "merchandising"
Calimero: gadget (quasi tutto "rubato", cioè senza pagare i diritti di Copyright) si sviluppò in moltissime maniere. Era inutile tentare di perseguire quelli che avevano "imitato" (spesso in maniera grossolana) Calimero, tanto di "ditte fantasma" ne nascevano moltissime tutti i giorni.

Il nome Calimero (nonostante quello che spesso viene scritto in molti articoli o libri) era nato semplicemente perchè per recarmi presso lo studio dell'Organizzazione Pagot, passavo tutti i giorni per una vietta chiamata Via San Calimero che sbucava in Corso di Porta Romana, dove, dopo pochi metri, c'era un cortile dove era situata la ditta "Organizzazione Pagot". Così scelsi quel nome anche perchè faceva rima con "nero"...
Ma in quel periodo io era dipendente e di conseguenza tutto quello che avrei potuto dire non aveva nessuna importanza: i creatori di quel personaggio figuravano ovviamente i proprietari della ditta. Così, con il grande successo di Calimero, nessun giornalista ebbe in mente di intervistare me, ma intervistavano i due fratelli i quali inventarono delle storie (a volte anche contraddicenti) sulla nascita di quel personaggio. Del resto lì si trattava anche di affari e con il successo di quel personaggio, loro ebbero molto più lavoro.
Calimero: gadgetAnche io ebbi più lavoro, ma la cifra era rimasta la stessa... così mi decisi a chiedere un aumento di stipendio che mi fu concesso (anche se in maniera minima) e poi fui nominato "animatore capo", cioè da quel momento avevo una stanza tutta mia ed avevo un gruppo di animatori che lavoravano per animare delle serie, secondo le mie indicazioni. Insomma, in quel periodo facevo spesso un po' di tutto ed a volte facevo, oltre l'animatore, anche l'autore delle sceneggiature, lo scenografo, il montatore, il curatore delle colonne sonore, il regista. Insomma, devo dire la verità, mi divertivo molto perchè ormai le serie di personaggi si moltiplicavano di giorno in giorno ed alcuni furono anche dei successi, come ad esempio il Draghetto che voleva fare il pompiere.e moltissimi altri che sarebbe lunghissimo elencare. Alcuni nascevano da me, altri li studiavamo in gruppo a tavolino ed altri ancora la ditta acquistava i diritti per poterli usare (realizzati da noi) per i Caroselli. Ne cito però un paio per i motivi che poi spiegherò: Gatto Silvestro e Cocco Bill. Fra i tanti personaggi per i Caroselli, si usavano a volte anche personaggi famosi, come alcuni dell'Hanna-Barbera (Gli Antenati, i Pronipoti, ed altri) ed altri come Gatto Silvestro (della Warner Bros) e Cocco Bill (di Jacovitti) per i quali avevano ottenuto i diritti per essere realizzato per dei Caroselli.
Per questi (e altri) personaggi io scrivevo le sceneggiature, eseguivo i Lay-Out (i disegni preparatori iniziali delle varie scene che servivano sia per le animazioni e sia per le scenografie), le animazioni base, in alcuni casi preparavo i disegni per le scenografie ed in altri curavo anche le riprese e la regia.
Per quanto riguarda Cocco Bill, Jacovitti mi inviò, dietro mia richiesta, quattro o cinque disegni del suo personaggio in alcune classiche pose, e basta. Ma avendo conosciuto molto bene Jacovitti (vedi puntate apposite di questo PeroBlog), conoscevo benissimo il suo stile e riuscivo a realizzarlo molto bene e con molta facilità; Jacovitti ne fu soddisfatto. (Non era rimasto soddisfatto, invece, dei cartoni animati che furono eseguiti in seguito a colori - da un'altra ditta - e mi diceva che quello non era il "suo" Cocco Bill.)
Per quanto riguarda Calimero illustrai anche quasi tutta la serie di libri che uscì in quel periodo, feci vari disegni supplementari per la pubblicità sui giornali, disegnai anche la copertina dell'LP (un disco di grande formato) uscito in occasione di Natale. Ne chiesi una copia ma mi fu negata, così fui costretto a recarmi in un negozio per acquistarlo!
Realizzai anche moltissimi fumetti per un periodico (chiamato appunto "Calimero")
, centinaia di figurine da raccogliere con i fustini di detersivo e collezionare e molto altro ancora.
Illustrazione in bianco/nero di Sergio ToppiIn quel periodo realizzai anche una serie di spot con i disegni di Sergio Toppi (che in quel periodo era anche lui dipendente della stessa ditta): gli feci preparare solo una decina di disegni ed io mi chiusi in uno studio da solo: mi servivano solo un paio di forbici ed una macchina da presa per realizzare tutta la serie.
Le animazioni le realizzavo con dei miei piccoli "trucchi" ed il risultato fu molto piacevole: sia Toppi che il cliente furono molto soddisfatti.
Inoltre quegli spot erano costati una cifra irrisoria...
Con Toppi, poi, studiai anche diverse serie di Caroselli: facevamo assieme lo story-board (descrizione grafica e tecnica delle varie scene), io curavo le animazioni e Toppi le scenografie.
In quel periodo realizzammo anche una presentazione (piuttosto lunga e complessa) per il lungometraggio "Africa addio" con delle scenografie particolari (ovviamente realizzate da Toppi: molto belle) ed animazioni completamente diverse dalle solite, con un risultato molto positivo. Questo era una specie di "Trailer" del film, solo che era molto piu' lungo dei soliti. Piacque molto al pubblico ed anche ai critici.
Un giorno, andando al lavoro, entrai come al solito nel bar accanto per bere un caffè e lessi su un giornale che, c'era stata la premiazione al Festival della Pubblicità; lessi l'elenco dei film pubblicitari premiati:
Calimero con parenti ed altri personaggi - versione francese - Copyright Pagot
Calimero, Gatto Silvestro e Cocco Bill avevano ricevuto i primi tre premi. Tutto contento, mi feci prestare il giornale dal barista e corsi dentro lo studio recandomi subito nell'ufficio di uno dei due fratelli e, mostrandogli allegramente il giornale, gli dissi "Ha visto? Abbiamo vinto!". E lui: "Sì, signor Peroni, ma in questo momento lei non sta facendo niente. Non perda tempo, vada subito a lavorare." Uscii avvilito ed entrai nel mio studio.
Quel giorno non riuscii a fare nemmeno un fotogramma di animazioni. (Da notare che poco tempo prima era arrivata una circolare a tutti gli animatori della ditta, di conseguenza anche a me, dove era scritto che, da quel momento, gli animatori erano obbligati a realizzare un tot di fotogrammi al giorno. Dato che io da tempo lo superavo di molto, anzi ero all'incirca al doppio di quanto indicato nella circolare, da quel giorno, arrivato al quantitativo fissato, "per protesta" smettevo di lavorare).
Comunque ci pensai a lungo tutto il giorno e la notte. Il mattino seguente mi presentai da uno dei due
fratelli Pagot e gli dissi che mi licenziavo. Questi mi chiese il motivo ed io gli risposi che non me la sentivo di rimanere in una ditta dove venivo trattato male; parlai della faccenda dei premi e spiegai che, pur sapendo che loro, vincendo il primo, secondo e terzo premio, avevano anche ricevuto una cifra notevole (si parlava di moltissimi milioni di lire), ma io non pretendevo assolutamente niente, mi sarebbe bastato solo un semplice "Grazie" o al massimo una tazzina di caffè...
Gatto Silvestro - (C) Copyright Warner
Quindi, in seguito a questo comportamento mi licenziavo. I due fratelli tentarono in varie maniere di convincermi a rimanere, sapevano benissimo che ormai la ditta andava avanti soprattutto grazie al mio lavoro, ma fui inflessibile. Accettai solo di realizzare come "esterno" dei Caroselli (però scelti da me ed ai prezzi stabiliti da me). Loro accettarono, così realizzai ancora molti Caroselli ed in compenso potei lavorare contemporaneamente anche per le principali ditte concorrenti.
Partecipai anche alla lavorazione del lungometraggio "Putiferio va alla guerra" con la "Gamma Film" di Roberto Gavioli (Gino Gavioli, il fratello di Roberto, che era il "vero"
autore dei disegni dei personaggi, lavorava in un piccolo studiolo misero e pagato con uno stipendiuccio). In quel periodo realizzai, sempre
per la Gamma Film, anche molti Caroselli di successo come ad esempio Cimabue, Capitan Trinchetto, Sorbolik e molti altri.
Sempre in quel periodo creai, per la "Ferrarelle", il personaggio "Silvanella" (successivamente da loro chiamato "Ferrarella") che cedetti in esclusiva (per una bella cifra) alla Ferrarelle. Creai anche, per il brandy "Cavallino rosso" un personaggio: ovviamente un piccolo cavallo rosso dalla coda e criniera chiara che venne anche regalato sotto forma di pupazzetto, a chi acquistava quel brandy.
Piano piano i clienti delle varie ditte, sapendo che i Caroselli poi li realizzavo io, decisero di non passare attraverso gli intermediari e far fare il lavoro direttamente a me; così la mia impresa si allargava di giorno in giorno e chiamai attorno a me i migliori animatori, intercalatrici, lucidatrici (le persone addette a portare su acetati i disegni a matita), coloritrici, operatori, sviluppatori. Però usai un sistema particolare: i "ragazzi" (li chiamavo così perchè eravamo anche tutti amici pur lavorando per me) si riunivano in vari gruppi ed ogni gruppo aveva un responsabile che consegnava poi il lavoro a me. Sapevo che molte ragazze mi avevano soprannominato "Ragionier Pignoletti": infatti ero loro amico, ma pretendevo la massima precisione e professionalità. Una ragazza, poi, Grazia (che ha lavorato moltissimo anche per Bruno Bozzetto), aveva l'incarico di fare anche il controllo generale prima che il tutto passasse alla ripresa. Devo dire che, nonostante la mole enorme di lavoro, non ci fu mai un errore e mai un rifiuto da qualche ditta: tutto era filato alla perfezione. Insomma, raggiunsi una punta massima di 45 persone che lavoravano contemporaneamente per noi (ovviamente io non potevo seguire il lavoro creativo ed anche quello amministrativo, quindi per questo secondo compito, ci fu mia moglie che pensava a tutto), Insomma, riuscivamo a realizzare, in questo modo, circa un Carosello ogni 3 giorni, un quantitativo notevole. Praticamente per molti periodi circa il 90% dei Caroselli usciva dal nostro studio.
A qui tempi non c'era come oggi l'Auditel (per la rilevazione del numero di spettatori di una certa trasmissione) ma esisteva l'Indice di Gradimento, cioè in vari momenti della giornata, delle signorine incaricate dalle varie ditte o dalla Rai stessa, telefonavano a caso a dei telespettatori per chiedere se una certa trasmissione era stata vista ed in caso affermativo dovevano chiedere se era piaciuta e motivare anche la risposta. Una sera suonò il telefono subito dopo la trasmissione di Carosello e sentii la voce di una signorina che mi chiedeva se quella sera avevo visto "Carosello", alla mia risposta affermativa, mi chiese: "Mi può dire per favore quali sono quelli che le sono piaciuti di più?" Ed io risposi subito "Calimero, Gatto Silvestro e Cocco Bill" E la signorina: "Mi può spiegare il motivo?" Allora la mia risposta fece quasi svenire la signorina che mi aveva telefonato perchè dissi: "Beh, è perchè li ho fatti io." Sentii che quella signorina si lamentava evidentemente con qualche sua collega accanto che diceva "Ed ora che cosa ci scrivo qui?!" Io le chiesi scusa, ma le assicurai che era la pura verità. E lei mi disse che, con i milioni di persone che c'erano in Italia, perchè aveva scelto proprio il mio nome?...
Nel frattempo la ditta dei Fratelli Pagot (successivamente chiamata "Pagot Film") chiuse i battenti ed i pochi rimasti a lavorare per loro fecero molta fatica per riuscire ad ottenere almeno una parte della liquidazione. Mi dispiaceva per i miei amici ed anzi, a tre di loro (due di questi erano stati miei allievi) suggerii di mettersi assieme e fondare una ditta, cosa che fecero ed ebbero moltissimo lavoro, specialmente per il mercato Svizzero, tanto che era capitato per qualche volta che io avevo lavorato per loro (una volta dovetti realizzare un film di media durata per le lavatrivi AEG dove c'era una ballerina che "danzava" al suono di un valzer e poi, piano piano, si trasformava in lavatrice ed iniziava quindi la pubblicità vera e propria: un lavoro difficilissimo ma che piacque molto ai dirigenti della AEG; altre volte invece erano loro che lavoravano per me (come ad esempio per i vari spot con i
Film Paciocchi : Peroni (interpretato da un attore) che disegna  Paciocco"Paciocchi" che fornii alla Parmalat per la linea Mister Day).
Insomma eravamo rimasti tutti buoni amici.
Realizzai anche un mediometraggio per la pubblicità cinematografica per le Casse di Risparmio Italiane (dove usai un mio personaggio:
Coso"Coso" che avevo usato anche per pubblicizzare - su carta - un prodotto per una grande casa farmaceutica), poi molte pubblicità e sigle per TV commerciali e moltissima pubblicità - sempre a disegni animati - proiettata solo nei cinema.
Un giorno, però, ci fu la notizia che la Rai aveva deciso di chiudere con "Carosello".
Ci furono proteste da tutte le parti, ma tutto fu inutile: la decisione era irrevocabile (e incomprensibile).
Penso che quasi tutti sappiano che un tempo si usava dire ai bambini "E dopo Carosello, tutti a nanna", cosa che funzionava regolarmente anche perchè era trasmesso in un orario giusto, quando terminava mi sembra fossero all'incirca le 9 di sera.
E dopo quella decisione incredibile della Rai, a che ora andavano a "nanna" i bambini?...


    Annotazioni finali.

    Passati diversi anni, la nuova ditta Pagot (formata dai figli di uno dei due fratelli Pagot) crearono una nuova ditta e produssero una serie di disegni animati con Calimero (trasmessa poi in TV). Beh, questi cortometraggi per la maggior parte (se non tutti) sono stati fatti realizzare in oriente (mi sembra la Corea) dove hanno fornito tutto il materiale riguardante Calimero realizzato negli anni passati. Quelli si sono limitati a copiare e ricolorare le varie animazioni (magari ogni tanto aggiungendoci quache "aggancio"); ma hanno fatto un piccolo errore... cioè quelli della nuova ditta hanno inviato anche le mie animazioni che avevo eseguito "dopo", cioè quando non ero più dipendente ma esterno. In questo caso, quelle animazioni di chi sono? Io non avevo mai ceduto i diritti per quelle animazioni... Comunque, vedendo i disegni animati di questa nuova serie, vedevo molto spesso i miei disegni, le mie animazioni, anche se gli sfondi erano diversi, ma ogni animatore ha un "suo" modo di muovere i personaggi ed era piuttosto facile riconoscere quali erano le mie animazioni e quali no. Bene, la maggior parte era opera mia.
    Ma non basta: per tutto il tempo che sono stato dipendente dell'Organizzazione Pagot e Pagot Film non mi hanno pagato nessun contributo! L'ho scoperto quando l'Inps mi ha fatto notare che "quasi" nessuna ditta (tranne una per la quale avevo lavorato da giovanissimo all'inizio della carriera e per solo pochi mesi) per le quali avevo lavorato aveva pagato i miei contributi. Quindi non ho diritto alla pensione! Quei contributi non mi sono stati versati dall'Editrice "Ave" con la quale esisteva anche "il Vittorioso", non sono stati pagati i contributi nemmeno dalla "Gamma Film" per la quale sono stato dipendente per un certo periodo. Ed ovviamente nemmeno la Rai ha pagato i miei contributi per tutto il periodo di quando avevo lavorato per loro (all'incirca 8 anni).
    E pensare che quelli dell'Inps mi hanno incolpato di non aver "controllato" se le ditte per le quali avevo lavorato mi pagavano i contributi. Ho chiesto ai miei amici e conoscenti: nessuno di loro ha mai controllato se le ditte per le quali hanno lavorato avevano pagato i contributi! Resta il fatto che così non posso fare il pensionato...
    Diciamo che, tutto sommato, la cosa non mi dispiace molto perchè in questo modo sono "costretto" a lavorare. Per fortuna il lavoro che faccio mi piace molto e tra l'altro, mi mantiene la mente sveglia, tanto che a volte alcuni pensano che abbia lo spirito di un ventenne: non so se sia un complimento o una critica...

     Vorrei far notare che, quando è morto Tony Pagot (uno dei due fratelli proprietari della "Pagot Film"; l'altro fratello si chiamava Nino Pagot ed era morto diversi anni prima) su diversi giornali era uscito un grosso titolo: "E' morto Carlo Peroni il papa' di Calimero". Io l'ho scoperto perche' avevo ricevuto alla mattina una telefonata timida di un amico che quasi sveniva nel sentire la mia voce! Lui pensava davvero che fossi morto io. Ovviamente mi sono subito "toccato" e toccato legno, ferro ed altre cose... per scaramazia, ma quel giorno ricevetti una montagna di telefonate da amici e conoscenti (oltre che ovviamente da parenti - anche all'estero!) ed a tutti dovevo dare la spiegazione. Ma poi, scrissi di corsa un articolo, dove ovviamente avvertivo che ero vivo e che sul giornale avevano sbagliato (per fortuna...), che misi sul sito AFNews che e' molto letto ed inoltre funziona anche come Agenzia di stampa, così molti giornali ripresero subito questa smentita e la pubblicarono. Ma i giornalisti del giornale principale che abbiamo in Italia (...) evidentemente non si erano degnati di leggere delle "sciocche notizie" che riguardavano i fumetti... cosi' quella smentita non la pubblicarono. Risultato: per circa un mese seguitavo a ricevere telefonate seguite da grande stupore.
    Spero che chi mi aveva telefonato fosse contento nel sentire che non si trattava di me, ma il sospetto che "qualcuno" magari avesse avuto piacere mi e' rimasto... Pochi giorni prima un disegnatore del Giornalino che era rimasto senza lavoro mi aveva telefonato dicendomi: "Ma quando te ne vai? Perche' non lasci il posto a noi che siamo piu' giovani di te?". Era inutile spiegare che non era colpa mia se i lettori mi preferivano...

     Ed ora metto qui un'altra piccola annotazione. Molti pensano di essere degli "animatori" perchè hanno realizzato alcune animazioni con "Flash" (il famoso programma che permette di eseguire facilmente delle semplici animazioni adatte soprattutto per Internet). Beh, devo dire che ce ne sono alcuni che si sono dimostrati piuttosto bravi (ad esempio il noto Gino il Pollo era nato in questo modo), ma altri sono piuttosto scarsini. Anche Bozzetto (evidentemente per risparmiare) ha creato alcuni cortometraggi in "Flash", ma la qualità non ha assolutamente nulla a che vedere con le "vere" animazioni!
    Anche io mi sono un po' divertito ad eseguire alcune animazioni di questo tipo, ma le ho usate solo ed esclusivamente per i miei siti; non le proporrei mai e poi mai per qualche altro uso: quello non è "disegno animato" è una solo una discreta imitazione.
    So che mi farò diversi nemici con questo mio discorso, ma occorre prima eseguire del "veri" disegni animati prima di poter parlare o giudicare. Spero che questo discorso sia chiaro, altrimenti invito chiunque a porre delle domande o, perchè no, anche delle critiche.



     Chiedo scusa se questa puntata e' risultata piu' lunga del solito: del resto l'argomento e' piuttosto ricco di aneddoti e mi dispiaceva dividere ancora con una terza puntata. Spero che riusciate tutti a leggere tutto, fino a qui... :-) Grazie.

(41 Segue)
Ah, ricordo ancora che per inserire i propri commenti (graditissimi) occorre cliccare su "commenti", ma non quello sopra la linea verticale ma quella sotto...

Postato da: Perogatt a febbraio 19, 2006 19:37 | link | commenti (12)

mercoledì, 15 febbraio 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (40)

Animazioni & Animazioni (1)

Biancaneve (C) Copyright DisneyFin da piccolo amavo andare al cinema a vedere i film a disegni animati, ma quello che mi aveva colpito di più era stato "Biancaneve e i sette nani": mia madre, anche lei appassionata di cartoni animati, mi aveva portato a vedere la prima visione di quel film. Mi ricordo che la sala era stracolma e non c'erano più posti a sedere e dovemmo vedere il film tutto in piedi, ma non ci pensammo nemmeno: il film era talmente bello che non ce ne accorgevamo nemmeno della scomodità.
Tornato a casa mi misi subito a disegnare i vari personaggi, tutti a memoria. Mi sembravano somigliantissimi e difatti, quei disegni, visti diversi anni dopo, li giudicai piuttosto buoni: il film mi era piaciuto tanto, al punto di avere i vari fotogrammi impressi nella mia memoria.
Riuscii anche ad avere qualche fotogramma del film: un mio amico che lavorava presso il cinema dove veniva proiettato proprio Biancaneve (lui era addetto alla macchina da proiezione), riuscì a farmi avere dei piccoli "scarti": mi spiegò che a volte capitava che la pellicola si rompeva e lui doveva aggiustarla e spesso dei pezzi andavano persi...
Così riuscii ad osservare da vicino alcuni vari passaggi di animazione ed anche alcuni "trucchi". I fotogrammi che ammiravo di più però erano quelli della strega che tirava fuori la mela avvelenata dalla tinozza.
Così potei correggere e modificare alcune animazioni che avevo già fatto. Ma, dopo qualche giorno quei buffi nanetti non mi bastavano e mi misi a disegnare altri personaggi e "tentai" di fare qualche disegno di animazione, ma senza conoscere minimamente la tecnica. I miei insegnanti che videro quei disegni mi chiesero dove li avevo copiati, ma le mie spiegazioni, cioè che li avevo inventati io, non li convinsero.
Biancaneve e i 7 nani - (C) Copyright Disney
Andai avanti ad inventare delle scene un po' più complesse e curai anche molto le scenografie: all'inizio ero influenzato dalle scenografie di Biancaneve, ma poi riuscii a cambiare stile e feci degli sfondi tutti miei che erano colorati ad acquerello e pastelli colorati.
A qiuell'epoca non sapevo che i disegni animati si eseguivano
su carta per poi essere copiati su fogli di "plastica" trasparente (chiamati "acetati" oppure "rodovetri"), quindi ero costretto a disegnare tutto, personaggi e sfondo, per ogni fotogramma. Una fatica enorme e, dopo diversi giorni mi persi di coraggio. Però dopo qualche tempo iniziai di nuovo e stavolta feci le animazioni dei soli personaggi, senza curarmi dello sfondo. Alla fine, sfogliando velocemente il mucchio di fogli, vidi il risultato: era abbastanza buono. Però andai avanti a studiare ancora per molto tempo perchè vedevo che in alcuni punti c'erano dei difetti e cercavo di toglierli. Alla fine ebbi un piccolo cartone animato, ma... non avevo la macchina da presa. Chiesi in giro se qualcuno ne sapeva qualcosa ma nemmeno il fotografo (padre di un mio amico) mi seppe dire niente: non aveva la minima idea di come fosse fatta una macchina da presa per disegni animati.
Così dovetti accontentarmi di far vedere ai miei amici il mio film muovendo i fogli. A loro piacevano molto, ma io ero avvilito e mi accorsi che avevo solo perso del tempo.
Diversi anni dopo, quando mi trasferii prima a Milano e quindi a Roma, qui un mio amico un giorno mi disse che conosceva un posto dove preparavano dei disegni animati e lui aveva avuto il permesso di andare in quello studio per visitarlo. Mi chiese se volevo accompagnarlo ed accettai con entusiasmo. Questo mio amico (che posso chiamare solo Pino dato che da molto tempo non riesco a contattarlo e non so se a lui farebbe piacere essere citato qui) era un bravissimo disegnatore ed amava moltissimo i disegni animati, ma secondo lui occorreva "modernizzarli"  perché quelli che si facevano in quel periodo erano - secondo lui - ormai "sorpassati". Comunque ci mettemmo d'accordo per la visita presso una vera ditta dove si facevano disegni animati!
Quella notte non riuscii a dormire per l'emozione ed il mattino dopo, finalmente, ebbi la fortuna di poter vedere con i miei occhi le varie fasi del disegno animato: alcuni giovani che disegnavano le animazioni (che sono i disegni base per i movimenti), altri che eseguivano le "intercalazioni" (cioè i disegni "intermedi" fra un disegno di animazione e l'altro), le "lucidature" (il passaggio sui fogli di acetati), la coloritura, le scenografie ed infine la macchina da presa. Per la prima volta osservai una macchina da presa per disegni animati dal vivo (fino ad allora le avevo viste solo in alcune foto) e scoprii che era molto più semplice di quanto immaginassi. Chiesi ad un tecnico se mi lasciava scattare il pulsante per riprendere qualche fotogramma. Così, per la prima volta, finalmente ebbi la soddisfazione di partecipare attivamente ad un vero cartone animato.
La visita mi era sembrata ormai terminata, quando sentii delle grida provenire dalla porta di un ufficio. Chiesi chi ci fosse lì dentro e mi risposero che c'era uno dei due proprietari della ditta di disegni animati e quello lì era il direttore. In quello studio avevano iniziato un lungometraggio (mi sembra fosse intitolato "Rompicollo") ma, per mancanza di denaro, quel lavoro fu sospeso e molti dipendenti erano stati licenziati, altri stavano lavorando per dei piccoli spot pubblicitari.
Xavier Cugat
Ad un certo punto la porta dell'ufficio si aprì e ne unsì un tale arrabbiatissimo: voleva essere pagato subito del lavoro che aveva svolto per il lungometraggio ed il direttore gli prometteva che entro pochi giorni avrebbe saldato il tutto, ma quel tizio non ne voleva sapere e se ne andò sbattendo la porta.
Il direttore della ditta di animazioni era disperato: quello che se ne era andato era proprio l'animatore capo ed ora lui non sapeva come fare per poter mantenere gli impegni presi.
A quel punto, non so ancora spiegarmi come mai, mi feci avanti io e dissi a quella persona che non doveva preoccuparsi: avrei fatto io il lavoro di animatore capo. Il direttore mi chiese se ne ero capace ed ad una mia risposta affermativa, mi diede subito delle indicazioni per i prossimi film che occorreva fare con la massima urgenza: si trattava di piccoli stacchetti che servivano per una trasmissione TV americana, li aveva commissionati un certo "Xavier Cugat", che si era già visto in TV in una trasmissione di intattenimento (ovviamente in biaco/nero) a quell'epoca famosissimo. Xavier Cugat era direttore d'orchestra e le musiche erano per la maggior parte opera sua; inoltre lui aveva l'abitudine di tenere in braccio un piccolissimo cagnolino e gli spettatori ormai si erano affezionati a quel cagnetto e poi la musica di questo musicista era molto orecchiabile ed allegra che piaceva molto. Alla mia richiesta, il direttore telefonò a Xavier Cugat e lo fece venire in studio. Abbe LanePoco dopo si presentò con il suo strumento, una cornetta, e con sua moglie Abbe Lane: una bellissima donna che partecipava a tutti i suoi spettacoli: non sapeva cantare molto bene, ma... era talmente bella che la gente non ci faceva molto caso. Così feci la conoscenza con Xavier Cugat ed Abbe Lane.
(In quel periodo Abbe Lane interpretò in Italia anche alcuni film di scarso successo).
Walt Disney nel suo studio (agli inizi)Cugat, visti i miei disegni si congratulò con me e mi disse che io ero il Disney italiano! Beh, essere paragonati a qualcun'altro non fa mai tanto piacere, ma essere paragonati a Disney, la cosa cambia...

Poi si mise a suonare alcuni pezzi dello spettacolo che avrebbe fatto in America. Così mi resi subito conto qual era lo spirito giusto per quegli stacchetti che dovevo eseguire.
Mi misi subito all'opera, ma... nessuno si era accorto che io non avevo mai fatto il capo animatore, mi ero solo limitato a disegnare delle animazioni con personaggi miei. Comunque, avendo in passato fatto anche l'attore di teatro, recitai la mia "parte" e riuscii a convincere tutti che dovevano eseguire i miei ordini.
Lo so, ripensandoci dopo scoprii che ero proprio un incosciente, però il pensiero di realizzare delle vere animazioni, mi aveva riempito l'animo di una energia e creatività incredibili.
Topolino e Minnie - studio  (C) Copyright DisneyQualche giorno dopo potei ammirare i miei primi lavori nella sala di proiezione privata della ditta.
Fui particolarmente soddisfatto e lo fu pure il direttore e, dopo aver preparato un certo numero di stacchetti animati, arrivò di nuovo Cugat per esaminare il lavoro. Fu soddisfattissimo e mi spaccò quasi una spalla per le pacche che mi diede in senso di ammirazione ed amicizia: in quel momento eravamo diventati amici.
Incontrai poi in seguito Xavier Cugat e sua moglie Abbe Lane, nel loro albergo (lussuosissimo) e ci demmo appunatamento per studiare alcuni altri lavori di animazione da fare in seguito.
Finite le animazioni per quella serie degli stacchetti per Xavier Cugat, mi diedero come incarico di realizzare una pubblicità (da trasmettere nelle TV degli Stati Uniti): si trattava di "spaghetti in vasetti", ma non crudi, spaghetti cotti e conditi in vasetti di vetro. Devo dire che, appena vidi quella... roba, mi passò la voglia di fare quella pubblicità, ma la cifra che mi avrebbero pagato era tale che accettai ugualmente... La ditta che produceva quegli spaghetti si chiamava "Prince Spaghetti". Io dovevo disegnare il classico cuoco italiano, ma come lo immaginano gli americani, cioè con baffoni e ben panciuto. Studiai così uno sketch adatto e proposi anche una musica da far mettere come sottofondo. L'idea piacque ed iniziai a realizzare gli studi per questa pubblicità e quindi le animazioni.
Studio Pluto e Topolino - 1939 (C) Copyright Disney
Anche le scenografie le volli preparare io. Insomma, per quella pubblicità il lavoro era quasi tutto a carico mio.
Quando finalmente fu tutto pronto, il cliente (un italo-americano) fu contentissimo e mi disse che era proprio quello che lui voleva!
Solo che... con tutto il lavoro che avevo fatto, i pagamenti scarseggiavano e mi davano solo degli acconti. Insomma, mi accorsi che quella ditta (per riguardo ai parenti ed eventuali eredi, evito di scrivere il nome...) stava per chiudere i battenti. Riuscii a malapena ad incassare quasi tutta la cifra rimanente e pensai che dovevo dire addio ai disegni animati.
Ma a mia moglie venne un'idea: proporre a Xavier Cugat di eseguire io, con la mia nuova "ditta", i prossimi stacchetti per le sue trasmissioni TV. Ma come fare? Mia moglie ebbe un'idea: "Basta telefonare nell'albergo dove abitano Xavier Cugat ed Abbe lane e metterci d'accordo con loro."
Già, ma noi non abbiamo una vera "ditta", feci osservare io. Ma mia moglie aveva pensato a tutto. Mi disse di scrivere a macchina mentre lei telefonava in albergo: dovevo dare l'idea che ci trovavamo in un ufficio; disse che era la segretaria della "Ditta Peroni" (che ovviamente non esisteva...) e che desiderava parlare con il signor Xavier Cugat. Poco dopo le passarono la linea con la stanza dei due musicisti e rispose
Abbe Lane
Abbe Lane. Mia molgie si trovò un pochino in difficoltà perchè, al contrario di Xavier Cugat che parlava abbastanza bene l'italiano, Abbe Lane invece non capiva quasi niente della nostra lingua, lei parlava solo in inglese o al massimo un po' di spagnolo. Mia moglie, che non parlava nemmeno una parola d'inglese, allora riuscì a farle capire che l'avrebbe fatta parlare con il direttore della "Ditta Peroni". Mise una mano sulla cornetta (per far sembrare che avrebbe passato la telefonata in un'altra stanza ed intanto mi faceva cenno che dovevo prendere io la cornetta. Ero un po' emozionato: d'accordo "recitare" ma questa scena era abbastanza rischiosa. Comunque Abbe Lane mi riconobbe e mi disse che sarebbero venuti a farci visita negli studi della nostra ditta, ma io - sudando - riuscii a convincerla (con un po' di inglese, anche se non perfettamente scorrevole) che in quel periodo stavamo eseguendo molto lavoro e sarebbe stato meglio incontrarci nel loro albergo. Lei accettò e fissò un appuntamento per la sera stessa. Così, quella sera, io e mia moglie, dopo esserci messi i migliori vestiti che possedevamo, arrivammo in albergo e ci facemmo annunciare. Pochi minuti dopo arrivarono Xavier Cugat e sua moglie. I due erano molto affabili e felici di rivedermi e dissero che avremmo risolto i loro problemi: infatti, dopo la chiusura improvvisa di quella ditta di disegni animati, ora avrebbero dovuto cercarne subito un'altra e la cosa migliore era che continuassi io quella serie, anche visto il successo che stava riscuotendo in America.
Così, dopo i necessari accordi, li salutammo ed io finii di sudare e ringraziai mia moglie per l'idea avuta. Ah, anche negli anni seguenti mia moglie mi fu accanto per risolvere diversi lavori: in quelle situazioni lei riusciva a "recitare" molto meglio di me ed inoltre scoprii che io sapevo disegnare ma non ero adatto a trattare gli affari, mia moglie invece sì. Quindi quando mi chiamavano per qualche lavoro io pensavo a parlare per la parte artistica e mia moglie per quella finanziaria; anzi, il più delle volte io uscivo quando dovevano discutere di cifre perché non volevo rischiare di... rovinare tutto.

Questo a volte succede anche al giorno d'oggi, specialmente quando dobbiamo firmare dei grossi contratti, come ad esempio quello con i miei personaggi "i
Paciocchi" per le merendine della linea "Mister Day" della Parmalat (quando la Parmalat era una grande ditta ed il "signor Tanzi" veniva a volte a curiosare senza capirci niente...).

Tornando a Xavier Cugat ed Abbe Lane, quando ebbi consegnato tutta la serie degli stacchetti che avevano ordinato (che avevo realizzato facendomi aiutare da un "intercalatore" e per quanto riguardava le "riprese"
, potei riuscire ad effettuarle perchè i proprietari della ditta che aveva chiuso, mi diedero il permesso di usare pure i loro macchinari), purtroppo dovetti salutarli dato che loro stavano tornando in America anche perché il loro contratto con la Rai era ormai terminato.
Così pensai che quella sarebbe stata l'ultima volta che avevo eseguito dei disegni animati, invece...
Ma questo è meglio che lo racconti nella prossima puntata.

    Walt Disney, ormai grande produttore affermatoAh, posso intanto dire che Pino, quel mio amico che mi aveva aperto le porte nel magico mondo dei disegni animati, aveva contattato la "Walt Disney" per proporre un "nuovo modo di fare disegni animati". Quelli della "Walt Disney" lo assunsero per un certo periodo nei loro studi in California (U. S. A.) e dopo qualche mese lo rividi di nuovo a Roma: mi spiegò che lui aveva proposto un nuovo sistema per eseguire i disegni animati a 3D, ma dopo un po' di tempo, alla "Disney" gli dissero che quel tipo di disegni animati "non avrebbe mai avuto successo"...
    Ma il mio amico non si avvilì per questo: nel frattempo aveva contattato una casa editrice di Liverpool dove lo avevano assunto come copertinista per i loro libri. Lui si trasferì così a Liverpool e per un bel po' di tempo ci scrivevamo, ma poi lui si sposò (proprio con la figlia del proprietario dell'Editrice) e finimmo per non sentirci più. So solo che nelle ultime lettere mi aveva parlato delle cifre che incassava in Inghilterra: erano almeno una decina di volte superiori alle nostre! In quel periodo ebbi un po' di invidia e rabbia: perchè noi eravamo pagati così poco? Ma allora non potevo prevedere che, in futuro (negli anni 2000) gli Autori di fumetti e gli Animatori di disegni animati avrebbero incassato - in proporzione - ancora molto meno...


    (40 - segue)

Postato da: Perogatt a febbraio 15, 2006 01:02 | link | commenti (13)
cartoni animati

lunedì, 13 febbraio 2006
Ehi! arriva San Valentino!

Buon San Valentino!
 


D'accordo il 14 febbraio è San Valentino, da anni la festa degli innamorati. Ve ne eravate dimenticati? Ed ora che cosa si può fare? Semplice: inviare subito una cartolina virtuale appositamente disegnata per l'occasione da molti noti Umoristi. Ce ne sono anche moltissime con delle splendide foto di fiori, animali, paesaggi, ecc.
Basta recarsi a questo indirizzo: www.perogatt.com/perocards, scegliere l'immagine che più piace (ce ne sono centinaia da scegliere!), scrivere il proprio nome ed indirizzo e-mail e poi il nome e indirizzo e-mail della persona amata, scrivere una bella (o spiritosa) frase, scegliere un eventuale colore di sfondo della cartolina (volendo si può anche scegliere un "font" (carattere) particolare ed anche il colore!) e il tipo di sfondo della pagina, scegliere un francobollo, scegliere una musichetta appropriata (che si può ascoltare in anteprima)... Quindi vedere l'anteprima della "cartolina virtuale" e, se tutto è ok, inviare: un messaggio arriverà alla persona indicata in pochi minuti (spesso secondi) con l'indirizzo esatto per poter vedere ed ascoltare la cartolina
ed il gioco è fatto!
Ma, qualcuno dirà, bisognerà iscriversi? La risposta è: NO! Allora bisognerà pagare qualcosa? La risposta è sempre NO! Beh, allora che cosa aspettate? Correte subito ad inviare la vostra cartolina, no?

Per aiutare i più indecisi, ecco qui sotto alcuni piccolissimi esempi di illustrazioni di cartoline (cliccare per vederle ingrandite):

Qui sopra: disegni di Peroni, Mangosi, Piero Tonin, Dentiblù
Per vedere le altre cartoline basta recarsi su PEROCARDS!




 

    Scusatemi un attimo... Vorrei approfittare di questa occasione per inviare i miei personali auguri di San Valentino a mia moglie Maria: è proprio grazie a lei se sono riuscito a realizzare tanti fumetti, lei è stata la mia musa ispiratrice ed anche un po' la mia... manager dato che molto spesso è stato merito suo se molti importanti lavori sono andati in porto. In questo caso io il creativo e lei l'amministrativa... Ma mia moglie è anche scrittrice ed ha scritto numerosi soggetti per Diabolik (vedi puntata apposita di questo PeroBlog), moltissimi soggetti per il mio personaggio Nerofumo sono suoi, così pure molti soggetti per il famosissimo personaggio Gervasio (anni 50-70) e attualmente firma anche (come M. Zanga) moltissime storie dei Flintstones per il Giornalino, tanto che, nel 2003, ha ricevuto a Lucca Comics da Fumodichina la targa come miglior sceneggiaore per il fumetto umoristico.
    Quindi in suo omaggio, metto qui una foto (scattata in occasione della targa del 2003) che ci vede uniti: nella vita ed anche nel lavoro. So bene che non sempre è facile "sopportare" un Artista, ma lei ce l'ha fatta per tanti anni (abbiamo festeggiato ormai i 50 anni di matrimonio!).
    Anche per questo dico: grazie, Maria!

     


    Maria e Carlo 
    Qui sopra: Maria Zanga (con la targa come miglior sceneggiatore per il 2003) e Carlo Peroni


 Ah, ricordo che molto presto torneranno qui i miei aneddoti sul mondo dei fumetti, dell'animazione, della Tv, del cinema, ecc.!
Come ho già detto, ultimamente sono impegnatissimo e mi ci vuole un po' di tempo per completare le puntate che ho in preparazione, ma sono ormai quasi pronte.
Quindi a presto con la mia solita
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA!

Postato da: Perogatt a febbraio 13, 2006 11:42 | link | commenti (4)

domenica, 12 febbraio 2006
Oooh!

Perchè i bambini fanno "Oooh"?


Ferruccio Alessandri visto da Giuseppe FestinoEcco un altro gruppo di foto curiose, sempre inviatemi sempre dall'amico/collega Ferruccio Alessandri che da tempo si diletta a rintracciare qualcosa di "curioso" su Internet e ci riesce sempre!
Non so ancora se sia possibile iscriversi alla sua speciale "Newsletter", mi sto informando, ma... Ferruccio è sempre occupatissimo... e spero che presto me lo faccia sapere; nel caso ricevessi delle indicazioni positive, metterò qui l'eventuale indirizzo al quale occorre rivolgersi.
Questa volta metto qui un gruppo di foto con il titolo "perchè i bambini fanno oooh!" (sempre ricevute dall'amico/collega Ferruccio Alessandri).
Sono in molti quelli che mi hanno scritto per saperne di più su Ferruccio Alessandri. Beh, esistono vari siti che parlano amiamente di lui ed io segnalo questo:
www.fumetti.org/ autori/alessandri.htm dove si trova una breve biografia. Ma vi assicuro che, io che lo conosco bene da moltissimi anni, ha fatto molto di più di quanto non è scritto lì: ci vorrebbe una intera enciclopedia per elencare veramente tutto! Ferruccio ha moltissimi pregi, fra i quali uno - secondo me - molto importante: è sempre sorridente! Coemse questo non bastasse è sempre (o quasi...) disponibile: non conosce bene il significato della parola "no". In questo mi somiglia molto ed inoltre siamo anche conterranei: forse anche per questi motivi andiamo molto d'accordo. Comunque vi assicuro che Ferruccio Alessandri è proprio un grande!
Bene, buon divertimento.


(cliccare sulle immagini per visualizzarle ingrandite)

Ohhh!
 
Ohhh!
Ohhh!
 
Ohhh!

Ohhh!
Ohhh!
Ohhh!
Ohhh!


Ah, vorrei far notare che anche questa puntata speciale del PeroBlog non significa che non metterò più qui i miei aneddoti sul mondo dei fumetti, dell'animazione, della Tv, del cinema, ecc, tutt'altro!
Solo che, come gia' detto,  ultimamente sono impegnatissimo e mi ci vuole un po' di tempo per completare le numerose puntate che ho in preparazione. Quindi a presto qui con la mia solita

ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA!

==> Ricordo ancora una volta che per inserire i commenti (graditissimi!) occorre cliccare su "commenti", ma non quello sopra la linea orizzontale, ma quello sotto (ho gia' spiegato il "misterioso" motivo)

Postato da: Perogatt a febbraio 12, 2006 12:45 | link | commenti (3)

sabato, 11 febbraio 2006
E che ci ho scritto Gioconda?

Piccola pausa (come dice la "Pausini"...) Allegra, anzi... Gioconda

Mi prendo una piccola pausa e ne approfitto per inserire alcune immagini che a me sono piaciute molto: si tratta di varie versioni della famosissima e sfruttatissima Gioconda di Leonardo Da Vinci. Dite la verità, chi non ha mai tentato di scherzare con la Gioconda? Quindi valeva la pena selezionarne alcune, queste qui poi sono animate (tranne una).
Le ho ricevute dall'amico/collega Ferruccio Alessandri che da tempo si diletta a rintracciare qualcosa di "curioso" su Internet e ci riesce sempre!
Non so se sia possibile iscriversi alla sua speciale "Newsletter", mi informerò e spero che lui me lo faccia sapere; nel caso ricevessi delle indicazioni positive, metterò qui l'eventuale indirizzo al quale occorre rivolgersi.
Comunque, intanto per questa volta metto qui un campionario di versioni sulla Gioconda, una prossima volta, se lo gradirete, metterò una serie di versioni fotografiche con il titolo "perchè i bambini fanno oooh!" (sempre ricevute dall'amico/collega Ferruccio Alessandri).
Bene, buon divertimento.

 
 
 


Dopo una settimana degli USA: prima - dopo

Ma non e' tutto: si puo' anche vedere la Mona Lisa in altre espressioni
da poter scegliere, cioe' avere la possibilita' di modificarle a proprio
piacimento... Basta cliccare qui:
Mona Lisa Interattiva

 
Ah, prima di dimenticarmi: questo non significa che non metterò più qui i miei aneddoti sul mondo dei fumetti, dell'animazione, della Tv, del cinema, ecc, tutt'altro! Solo che ultimamente sono impegnatissimo e mi ci vuole un po' di tempo per completare le puntate che ho in preparazione.
Quindi a presto con la mia solita

ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA!


 

 

    Notiziola dell'ultimo minuto:
    Ferruccio Alessandri, l'amico/collega che ogni tanto mi spedisce delle curiosita' "pescate" sul web, mi dice che non ha ancora una vera e propria Newsletter, pertanto chi fosse interessato a riceverle puo' chiederlo direttamente a lui che pensera' ad aggiungervi alla sua lista di amici.
    Ecco pertanto il suo indirizzo:
    ferruccioalessandri11@hotmail.com

     


     

    Piccola avvertenza: non so come mai, ma chi ha programmato questo Blog, ha deciso che per inserire i vari commenti, occorre cliccare sulla scritta "Commenti" non sopra, ma sotto la linea orizzontale. Beh, evidentemente quel tipo avra' pensato che cosi' chi vuol commentare, almeno passa un po' di tempo prima di trovare il punto dove si deve cliccare :-)

Postato da: Perogatt a febbraio 11, 2006 19:50 | link | commenti (8)
gioconda, mona lisa

domenica, 05 febbraio 2006
ANEDDOTERIA PEROFUMETTOSA (39)











Una delle maggiori frequentatrici della "Tavolata degli artisti" era Novella Parigini, una pittrice che a quei tempi era molto famosa ed era conosciuta soprattutto perché
lei disegnava quasi esclusivamente dei gatti. Novella Parigini era praticamente l'anima di quel ritrovo degli artisti e quando c'era lei si notava: era molto appariscente e si faceva notare. Era anche un'attrice: aveva partecipato anche a diversi film, anche uno con Federico Fellini che una volta era venuto alla trattoria "La tavolata degli artisti" ed era stato lì soprattutto per cercare delle ispirazioni.
Via Margutta era diventata anche una via di moda e molti romani si recavano spesso a visitare le varie mostre, sperando di riuscire a trovare qualche artista famoso, ma... gli artisti famosi non frequentavano tanto volentieri Via Margutta, preferivano stare nei loro studi (ne ho conosciuto diversi, bravissimi, che non avevano mai preparato nessuna mostra ma vendevano tutti i loro quadri. Tra questi avevamo conosciuto famoso un pittore bulgaro Ilia Peikov che una sera ci mostrò il suo studio dove c'era una miriade di quadri, tutti a "tema unico", i suoi famosi "cieli iperborei", una tecnica che aveva inventato lui. Ma Peikov, oltre a dipingere, era anche un bravo scultore; comunque io e Landolfi scoprimmo che era un tipo un po' strano, insomma ci aveva colpito molto e pensammo che fosse un vero artista. Ho saputo successivamente che si era trasferito all'estero dove era diventato molto famoso.

Carlo peroni
Lino LandolfiRuggero GiovanniniNevio Zeccara







Una sera, dopo essere stati alla "Tavolata degli artisti", io, Landolfi, Giovannini e Zeccara, passeggiando per le vie di Roma
, discutevamo sul fatto che noi fumettisti non eravamo considerati degli "Artisti", ma solo dei semplici disegnatori. Nessun critico ci intervistava o scriveva articoli sull'Arte dei fumettisti. Io dissi che dipendeva da noi: se volevamo, potevamo anche noi fare gli "Artisti" in Via Margutta, proprio come tutti quegli artisti veri e fasulli.  I miei amici si misero a ridere, ma poi io proposi di fare una scommessa: mi sarei "travestito da Artista" ed avrei partecipato alla mostra annuale di Via Margutta, un avvenimento molto visitato da moltissima gente: esperti e non.
I miei amici si misero a ridere pensando che stessi scherzando, ma io avevo parlato seriamente: avrei partecipato a quella mostra e mi sarei fatto "notare". La scommessa fu subito accettata: mi avrebbero offerto una bella cena se ci fossi riuscito
, altrimenti... avrei dovuto pagare io per tutti.
La sera dopo ne parlai con Landolfi e riuscii a convincerlo. Così mi iscrissi alla Mostra di Via Margutta, ma scoprii che non era facile essere accettati, ma Lino Landolfi aveva preventivamente sparso la voce che quell'anno avrebbe partecipato il "famoso" pittore Carlos Pereira... così ebbi il mio spazio assegnato con un numero apposito ed anche il mio nome ("Carlos Pereira") era elencato nel manifesto che annunciava la Mostra annuale.
Intanto io mi attrezzai con tele, colori e tutto il resto e cominciai a dipingere: paesaggi, persone, ritratti, quadri astratti... Insomma, ero ancora alla ricerca di un "mio" stile. Finalmente lo trovai e preparai una serie di quadri della "corrente Peroniana". Era uno stile particolare, concettuale. Landolfi approvava o bocciava molti miei schizzi e studiò anche i titoli dei vari quadri. Ma fece anche di più: mentre dipingevo, io avevo l'abitudine di preparare la punta dei pennelli con sopra i vari colori su dei cartoncini. Landolfi ha ritagliato attentamente una parte di quegli "scarabocchi" e da questi ne risultava una strana... composizione, alla quale diede un titolo altrettanto strano: "Plancton".

Domenico Volpi al computerIn questa faccenda della "scommessa" coinvolgemmo anche Domenico Volpi, il "Red Cap" (Redattore Capo - con funzioni di Direttore) del Vittorioso. Questi, saputo del fatto, si divertì al punto tale che decise di preparare lui stesso una presentazione della mia mostra e parlò (in "critichese") dei miei quadri e del mio stile, senza nemmeno aver mai visto uno dei miei quadri: lo "scherzo" andava fatto fino in fondo, no?

Nel frattempo Landolfi andava da solo alla sera alla "Tavolata degli artisti" ed aveva cominciato a spargere delle voci su un "misterioso" e "famoso" pittore: "Carlos Pereira"; aveva sparso la voce che aveva saputo che dipingevo solo di notte, a piedi nudi, sui tetti. La cosa fece molto scalpore ed erano in molti che ne parlavano e molti cercavano di "scovare" questo strano pittore. C'erano diversi giornalisti dei "Cinegiornali" (a quell'epoca non c'era ancora la TV e le notizie venivano riprese e commentate nei "Cinegiornali" che venivano distribuiti settimanalmente assieme ai film. Così in questi Cinegiornali avevano cominciato a parlare del "misterioso pittore che disegnava di notte, con i piedi nudi sui tetti"...
Landolfi aveva distribuito degli opuscoli con la presentazione che aveva preparato Domenico Volpi e moltissimi aspettavano di conoscermi.
Mostra - arriva il primo visitatore
Mostra - a destra Carlo Peroni e sua moglie in una pausa all'ora di pranzoArrivò così il giorno dell'annuale "Mostra di Via Margutta" che veniva inaugurata dal sindaco di Roma assieme a noti critici e giornalisti.
Mostra - particolareIo avevo appeso i miei quadri nello spazio che mi avevano assegnato e scoprii che non si trovava proprio sulla Via Margutta, ma in un piccolo cortiletto (che si affacciava alla Via Margutta); all'inizio ci rimasi un po' male, ma poi ne fui contento: la gente che veniva lì non era sballottata dalla ressa dei visitatori ed aveva più tempo per osservare i quadri.

Infatti molta gente si fermava ad osservare i miei quadri (compreso quello "strano" che aveva preparato Landolfi tagliando le prove dei pennelli...) e molti acquistavano. Mi ricordo di una coppia di coniugi anziani che tornava lì diverse volte ed erano ammirati da un quadro in particolare ed alla fine si decisero e mi chiesero quanto volevo per acquistarlo. Mostra - particolareSaputa la cifra (avevo diminuito appositamente per loro la cifra che mi ero prefisso), mi diedero subito i soldi e si portarono via felici il quadro acquistato. Mi facevano molta tenerezza.
Dato che Via Margutta si trova a pochi passi da Via del Babbuino, dove allora c'era la direzione della Rai, anche molti attori della TV, come ad esempio
Nando GazzoloNando Gazzolo che in quel periodo era molto conosciuto (chi non lo avesse mai visto, sicuramente avrà almeno ascoltato la sua voce: aveva fatto anche il doppiatore del personaggio principale del famosissimo film "My Fair Lady" dove, oltre a recitare, cantava anche.). Anche Gazzolo si soffermò a lungo ad osservare i miei quadri e tornò diverse volte ed alla fine acquistò anche lui un quadro.
Vennero anche quelli della troupe del Cinegiornale che mi intervistarono e ripresero i miei quadri ed uno in particolare che li aveva colpiti: una città completamente in nero e vista dal basso con lo sfondo azzurro turchese . Così, pochi giorni dopo, chi andava al cinema aveva visto lì la mia mostra ed il mio "strano" quadro (successivamente "copiato" da molti). 
A proposito di questo quadro, ci fu un critico tedesco che venne ad intervistarmi chiedendomi il motivo del mio strano stile e poi come mai nei miei quadri c'era abbondanza di turchese. Io diedi delle complicatissime spiegazioni (tutte improvvisate e che non ricordo assolutamente). L'articolo venne poi pubblicato su molti giornali italiani ma soprattutto tedeschi. Il fatto curioso è che... la verità dell'abbondanza del colore turchese nei miei quadri era dovuta al fatto che, per errore, avevo acquistato diversi tubetti di quel colore e di conseguenza preferivo usarlo dato che tanto ormai c'era e dovevo usarlo...

La mostra durava una giornata ed alla sera avevo venduto tutti i miei quadri.

Insomma: la "scommessa" con gli amici/colleghi era stata vinta! Così... pochi giorni dopo ci fu la cena promessa tutta a spese loro.
La conclusione era stata quella di dimostrare che, volendo, anche noi "fumettisti" avremmo potuto competere con moltissimi Pittori o "pseudo Pittori": moltissimi di loro "inventavano" dei generi pur di farsi conoscere e vendere i loro quadri, moltissime volte delle "furbate", magari a degli sprovveduti collezionisti.



Noterelle finali

Tornato a Milano scoprii che, dopo la mostra di via Margutta di Roma, era nata a Milano la "mostra di via Bagutta"... Il nome era abbastanza simile e non ho mai saputo se era un "caso" oppure avevano cercato un nome simile pur di fare concorrenza a Roma. Io sono andato per qualche anno a visitare la mostra di via Bagutta (a Milano) e devo dire che non aveva assolutamente nulla a che vedere con la mostra di via Margutta a Roma, in quella di Milano di artisti "veri" ce n'erano pochissimi e talvolta proprio nessuno!

Comunque, in un certo periodo mi tornò la voglia di dipingere e realizzai una serie di quadri fra i quali uno che si ispirava ad uno che avevo fatto a Roma per la mostra di via Margutta che rappresenta una città vuota, ossessiva: era uno di quelli che avrei voluto tenere per me e che invece, in un momento di debolezza, avevo venduto. Questi nuovi quadri però non li ho venduti e nemmeno regalati: li ho tenuti per me e li ho appesi alle pareti della mia casa: un piccolo "regalo" che mi sono fatto... Mi sarebbe piaciuto poter inserire qui qualcuno di questi quadri, ma sono troppo grandi... e difficili da fotografare, ma se per caso trovo qualcuno che ci riesce, proverò ad inserirne almeno uno.
Un'altra annotazione: chiedo scusa per la scarsa qualità delle immagini della mia mostra a Via Margutta dato che erano state scattate - di sorpresa - da un amico con una macchina fotografica piuttosto scadente...


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Postato da: Perogatt a febbraio 05, 2006 17:20 | link | commenti (9)


Carlos Pereira... ehm... a "Via Margutta"

Roma - Via MarguttaNel periodo in cui ho abitato a Roma, c'era una via famosissima per essere la "via degli artisti": Via Margutta. C'erano molte gallerie d'arte, negozi specializzati per materiali per artisti ("L'Artistica"), molti studi di noti pittori e c'era anche una specie di trattoria, un punto d'incontro dei pittori; si chiamava "La tavolata degli artisti" ed era molto frequentata.
Io e Lino Landolfi (collaboratore del Vittorioso del quale ho parlato a lungo in varie puntate di questo PeroBlog) una volta avevamo deciso di recarci presso quella trattoria mescolandoci agli artisti, per curiosare un po', per vedere che tipi erano. C'erano artisti "veri" ma anche molti artisti "fasulli", cioè di quelli che si atteggiavano ad artisti, ma in effetti non sapevano dipingere.

Novella Parigini - anni 50
Novella Parigini - anni 90Un quadro di Novella Parigini con uno dei suoi famosi gatti: un omaggio a PeroGATT?...