N   O   N      S  O  L   O       F  U   M   E  T   T   I   .    .   .


A    l    b    e    r    t        B    o    n

"POESIE BUCOLICHE"

Albert Bon è un umorista-fumettista-animatore-regista-attore-scrittore e... poeta.
In questa pagina possiamo leggere alcune sue POESIE BUCOLICHE. Ai posteri l'ardua sentenza...

Definire poesie le assurdità che Loro si stanno, spero, apprestando a leggere, mi rendo conto possa essere eccessivo.
È preferibile affermare, allora, che sono dei componimenti quasi goliardici, lungi quindi dall'aulica produzione virgiliana, petrarchiana o leopardiana, ma più vicini alle spensierate rime angioleriane, senza peraltro nessuna pretesa di essere paragonati al Cecco nazionale.
Quindi l'unico motivo per cui potranno leggere le mie desuete odi, è il tentativo da parte mia di suscitare in Loro sorpresa, usando umorismo e surrealismo.
E, dunque, proprio con quest'ultimo termine si può definire nella guisa più corretta il globale della mia opera, visto che cerco di trasportare nei miei versi un mio mondo interiore popolato da immagini derivate in parte dall'arte di Dalì, De Chirico, Magritte, poi dalla letteratura di Ionesco, Beckett, quindi dai fumetti di Jacovitti, ma anche dal cinema dei fratelli Marx.
Rimescolando il tutto, condito dalle mie esperienze, in un grosso quanto immaginario frullatore, ecco sfornato un insieme di follie e deliri che mi sono azzardato ad intitolare POESIE BUCOLICHE.
Perché, forse, il buco è nella mia mente.

Albert Bon

L'ADDIO


Quando ti vidi partire
un nodo mi strinse la gola:
già cominciava l'imbrunire,
ed aumentava l'odor di gorgonzola.

Mi allontanai pian pianino
sempre più disperato
non curandomi perfino
del temporale appena scoppiato.

Un rombo non udente
mi fece sobbalzare;
fu come quando avevo male al dente

e tu me lo togliesti facendomi gridare:
"Help! Socorro! Tu sei un bisonte!"
ma il dolor atroce tu mi facesti passare.

Banzai! Bang! Squit!
Questo ed altro nei fumetti
come le tenebre illuminate
in una notte di mezza estate
da una luce spenta
con un soffice soffio: "Splash!"



IL SERPENTE È INTELLIGENTE


Il canguro, come niente,
un rivolo salta;
il serpente è intelligente
ma se lo imita, finisce nella palta.

L'uomo, quando vuole, mente,
ed i suoi simili inganna;
il serpente è intelligente
e se lo morde lo scanna.

L'ululato del lupo è potente
e dice "Cosa volete che sia!";
il serpente è intelligente
e termina questa poesia.



TEMPORALE


Forse non ti sembro normale
magari son l'unico a posto in un mondo di matti
ma quando scoppia il temporale
scappano pure i ratti

Quando cerchi un vaglia postale
oppure esci dal maneggio
ma quando scoppia il temporale
riesco a mangiare solo il taleggio

Un uovo ha forma ovale
e non è di color rubicondo
ma quando scoppia il temporale

un fulmine lo fa diventare giocondo
Quando non scoppia il temporale
però si può giocare a girotondo.



FORMAGGIO


Quando arriva il paggio,
dopo arriva anche il buffone.
Io chiedo di portare il formaggio,
e lui invece mi porta un muflone.

Allora, domando che venga il giullare,
richiedendo anche del pane.
Quando il formaggio comincia a puzzare,
porta un casco non della moto ma di banane.

Finita la mangiata
chiedo il gelato
ma arriva una telefonata

e mi dicono: "Disgraziato!
noi ti diamo, invece, la frittata
o, per far rima, il formaggio ammuffato!".



LA PIASTRA DEL GAS


Se per sbaglio nella piastra
la man s'incastra

se 'l fornello del gas è acceso
e sulle dita c'è un peso

se squilla 'l telefono
e pure 'l citofono,

se 'l rubinetto dell'acqua è lontano

se del metano
la bolletta è pagata
la mano è davvero scottata.



SATELLITE CHE ORA È?


Luna, che illumini la notte
forse tu non sai
che piglierò 'n sacco di botte
essendomi cacciato nei guai.

Luna, che splendi nel cielo:
il lupo perde 'l vizio
ma non il pelo
e son caduto in un precipizio.

Luna, dai raggi d'argento
che filtran nelle catapecchie
ti dirò che più non sento
con due meli nelle orecchie.

L'una, ormai è passata
e son quasi le due
ho preso pure una pedata
da parte di questo bue.



ENTSCHULDIGUNG!


Per Giove ma anche per Bacco
mi hai sì mangiato la regina
però la mia mente è fina
e dichiaro "matto" oltre a te lo scacco.

Per Dinci ed altresì per Diana
vorrei esprimer la mia opinione
riguardo a questi pomi d'ottone
dalla foggia astrusa e balzana.

Per Toutatis e per Apollo
che fatica star dietro a tutto
ed anzi a mio avviso è davvero brutto
trovarsi sempre col fiato sul collo.



LA GRANDE STELLA


Sole, sole splendente
e dai dorati raggi
forse eccessivamente
mi hai fuso i formaggi.

Sole, sole che scintilli
non si può non amarti
ma quando si è brilli
non si riesce a guardarti.

Sole, sole dal nobile scopo
di illuminarci tutti i giorni
se non ora dopo
o te ne vai o ritorni.

Sole, sempre sole accidenti
poi la colpa non è mia
se avrete degl'incidenti:
andate in compagnia...



LA SPIGA DI GRANO


Corre, corre veloce 'l treno
sulle lunghe rotaie;
non va più veloce nemmeno
di una di quelle pagaie.

Forse non è puntuale
come un orologio svizzero;
ma di certo è non normale
per un frigorifero.

Quando un cane ti morde
della gamba il polpaccio;
ti senti un po' alle corde
e gli offri anche 'l braccio.

Io in piedi, Loro seggono
e così anche un curdo;
io scrivo, Loro leggono
le mie rime dell'assurdo.



UN'EPISTOLA PIUTTOSTO E ANZICHENÒ



Cara fanciulla ti ho scritto
questa lettera inusuale
per dirti che sono afflitto
dal non essere stato puntuale:
pe'l nostro incontro avevam stabilito
solo l'ora, non il giorno,
oppure devo aver smarrito
la mia agenda qui intorno.

Come potrai mai perdonarmi
per una sì grave mancanza?
Potrei persino cominciare a lavarmi
ed a smaltire la panza
per far cadere tutto nell'oblio
senza troppe scaramucce
o ti presto il fucile dello zio
per spararmi con tutte le cartucce.

Ma fiducioso del tuo fare sereno
son certo, ancora non so come,
una volta o l'altra almeno
di ricordarmi 'l tuo bel nome;
ed oltre alla presente
ti manderei qualche mio schizzo,
disegni, o una minerale effervescente,
se riuscissi a trovare 'l tuo indirizzo.



PERTURBAZIONI


Venti, venti di procella
se vai dall'avvocato
pagar devi la parcella
o sarai querelato

Venti, venti di tempesta
bene non rammento
se è dal giorno del dì di festa
che male non mi sento

Venti, venti del deserto
e una freccia dall'arco scocca
me se dormi all'aperto
ti si riempie di sabbia la bocca

Venti, venti Monsoni
neanche con trenta Scirocchi
diventeremo fifoni
come quegli allocchi.



IRONICO SILENZIO DI NEGAZIONI RECIPROCHE


Nessun rumore udibile
tranquillità affannosa
ricordi, reminiscenze
di montagne di guai
e mare di lacrime
la tela desolatamente vuota
il pennello non deambula
io, neppure
come paralizzato...
c'è troppo silenzio
silenzio che, sarcastico,
sbeffeggia la mia mente
appannata, opaca
da traghettare verso l'ignoto.

Senza aggiungere
anidride carbonica
che massiccia presenzia
nell'aria viziata, bevo;
bevo acqua minerale
non gasata:
un guizzo sullo sgabello
un guazzo su masonite
e, in un istante malandrino
trattenendo il respiro
non sento più
l'apparato cardiovascolare
funzionante a dovere;
grondante di sudore
quantomeno ho dipinto.



MEZZE STAGIONI


Mi sembri un equinozio
Quando, aprendo 'l tuo negozio
Alzi la saracinesca
In una guisa direi fiabesca

Assomigli assai a un solstizio
Quando, insistendo col tuo vizio
Vendi alla gente non marmellata
Ma la farina tutta avariata



TENEBRE TENEBROSE


Buia è la notte umida
morbide ombrefugaci
oscurano le rare fonti di luci
ed ora il nero mi avvolge



LUMINOSE ILLUMINAZIONI


Radioso è 'l cielo sereno
soffici raggi solari
illuminano le sporadiche ombre
ed ora il bianco mi avvolge


PROMISQUE TENEBRE ILLUMINATE


Nuvoloso è 'l meriggio opaco
tonalità neutre sgargianti
appannano ombre e luci
ed ora il grigio mi avvolge.



IO SONO SQUINTERNATO

Quando di dolci v'è un mucchio
Se ci son bignè e un cornetto
Ma quando vedo uno spaghetto
Lesto, lo risucchio

Le verdure sì, sono eccellenti
E anche i gelati sono buoni
Ma quando vedo i maccheroni
Devo infilarmeli tra i denti

Le fromage poi è fantastico
Per non parlar delle crespelle
Ma quando vedo tagliatelle
Riempio la bocca e poi mastico.